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Verissimo, Ornella Vanoni racconta la depressione: "Ero molto triste"

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La vita di Ornella Vanoni tra gioia e sofferenza: la cantante si racconta a cuore aperto a Verissimo.

La vita di Ornella Vanoni è un libro da raccontare. La cantante ha vissuto diversi momenti difficili, tra cui la depressione e la positività al Covid-19. A parlarne, a pochi giorni dall’uscita del nuovo album, è stata lei stessa in un’intervista rilasciata a Verissimo. Negli studi di Silvia Toffanin era presente anche Ondina, la sua cagnolina.

Ornella Vanoni, i momenti difficili

Se ce l’hai la personalità rimane la tua, mi sono curata perché è cominciata quando ero in Svizzera, ero molto triste e malinconica. Quando ho capito cosa avevo ho preso subito provvedimenti. Se la prendi bene non torna, se ti curi e segui le indicazioni. Molti hanno paura di cambiare, ma non si cambia, si guarisce da una malattia“. Così Ornella Vanoni ha raccontato il periodo in cui ha sofferto di depressione.

Adesso la tristezza è però soltanto un ricordo, anche grazie alla musica: “Canto l’amore, racconto l’amore e lo dico sempre alle persone che amo quello che provo per loro. Ho un grande supporto dalla mia famiglia, se sono felice loro sono felici per me, se sono tristi lo sono anche loro. Ricordo il periodo vissuto in Brasile, ho una grande passione per la loro musica e arte. Si stava ore al tavolo con paroliere e musicista per decidere la canzone, adesso no, non c’è calore, si sta impoverendo, perché non stiamo insieme. Io amo la bellezza, nasce dal desiderio. La bellezza la trovo in tante cose, negli occhi delle persone, negli animali. Ho visto un video del cane che piange davanti la lavatrice, mi ha commoso. C’è bellezza in tutto, anche in questo. Per il mio cucciolo sono come una mamma, lei dà meno problemi di un figlio umano sicuramente“.

La positività al Covid-19

Ornella Vanoni ha parlato anche della lotta contro il Covid-19: “Ho avuto il virus. È come una guerra. Non sapevamo se le bombe ci avrebbero preso durante la guerra, ma almeno potevamo stare in famiglia. Adesso siamo come soldati, possiamo morire da soli sul campo di battaglia. Non mi spavento quasi mai, ma sono stato malissimo. Credevo di morire dal mal di pancia, mi ha preso un dolore alla faccia. Si sono gonfiati i linfonodi, ho avuto blocchi intestinali, ma ho avuto un sistema immunitario forte. Posso aspettare ancora un po’ per il vaccino, mi hanno detto che non conviene aumentare gli anticorpi. Gli esseri umani dimenticano, guarda l’olocausto. Ne usciremo migliori, molti no però. Penseranno di poter fare la vita di prima, ma non sarà così. Ci porteremo per tanto tempo questa cosa, non sono un medico, ma mi sarebbe piaciuto esserlo”.