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Salario minimo, Meloni frena: "Meglio la contrattazione collettiva"

giorgia meloni

Giorgia Meloni impone una frenata al tema del salario minimo e avvisa le opposizioni: "Può essere controproducente"

Nella giornata di domani avverrà il tanto atteso incontro tra Giorgia Meloni e le opposizioni in cui si discuterà del salario minimo. Il presidente del consiglio dei Ministri, a poco più di 24 ore, dalla riunione di Palazzo Chigi, frena la sinistra e scatena le reazioni dell’opposizione.

Salario minimo, Meloni ne è convinta: “Meglio la contrattazione collettiva”

Il paradosso è che il salario minimo potrebbe rischiare di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, con il risultato di peggiorare per paradosso il salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe. Titolo accattivante ma risultato che rischia di essere controproducente – il presidente del consiglio dei Ministri sembra voler mettere da subito le cose in chiaro sul salario minimo, approfittando della sua consueta rubrica social ‘Gli appunti di Giorgia‘. “Nei prossimi giorni apriremo un confronto con le opposizioni e cercheremo di capire se ci sono i margini per una proposta seria sui salari bassi” – afferma ancora, facendo riferimento all’incontro di Palazzo Chigi fissato per domani.

Giorgia Meloni sul salario minimo

La Premier, nel suo intervento social, ha poi proseguito spiegando perché la proposta sul salario minimo non è stata accettata così com’era stata presentata in origine: “L’Italia è considerato un Paese virtuoso perché abbiamo un’altissima percentuale di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva, cioè da contratti di riferimento firmati il 97% da Cgil Cisl e Uil e tutti prevedono anche una retribuzione minima per ogni settore. Ora se a fronte di questo, io decidessi di stabilire per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente dovrà stare nel mezzo, allora mi troverei con un salario minimo legale che in molti casi potrebbe ragionevolmente essere molto più basso del minimo contrattuale previsto.”