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Morto l'alpinista Ermanno Salvaterra: fece l'impresa sul Cerro Torre in Patagonia

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A soli 11 anni la prima scalata in cordata. Era il maestro delle Dolomiti

Una scalata in quota ha ucciso il noto alpinista Ermanno Salvaterra. Era primo di cordata durante una arrampicata, ed è morto sulle Dolomiti di Brenta, all’altezza del Campanile Alto.

Morto il noto alpinista Ermanno Salvaterra

Aveva 68 anni ed era un punto di riferimento per tutti gli amanti delle Dolomiti. Ermanno Salvaterra amava ciò che alla fine lo ha ucciso in quella che per lui, uomo di imprese, era una normale scalata: la montagna.

Alle ore 14 del 18 agosto è caduto mentre era in testa sulla cordata, durante la scalata del Campanile Alto, sulle Dolomiti di Brenta. Secondo le prime ricostruzioni il decesso è sopraggiunto sbattendo la testa. Un colpo violento che non gli ha dato scampo.

Chi era Ermanno Salvaterra: la prima scalata a 11 anni

Nato a Pinzolo nel 1955, era un’istituzione delle montagne. Così lo descrivono tutti gli amici e i suoi allievi. Ermanno Salvaterra è nato e cresciuto su queste vette patrimonio mondiale Unesco. Già da piccolo si è formato nel Rifugio XII Apostoli nella conca di Pratofiorito, una struttura gestita dalla sua famiglia dal 1948.

Aveva appena 11 anni quando intraprese la sua prima scalata in cordata alle Torri d’Agola.

Poco più che maggiorenne diventò già maestro di sci e a 24 anni era guida alpina esperta.

Dalle vette delle Dolomiti intraprese subito le arrampicate oltreconfine, negli Stati Uniti, in Patagonia (sulle Ande), fino a diventare l’Uomo del Torre, quindi un alpinista internazionale che nel 1985 lo porterà a stazionare per ben 11 giorni sulle pareti del Cerro Torre, in Patagonia. Di questa impresa resteranno a futura memoria le immagini che realizzò da cineoperatore in un documentario per la trasmissione “Jonathan” di Ambrogio Fogar.