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Morto Joe Jackson, il padre del Re del Pop Michael

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E' scomparso, a 89 anni, il 'patriarca' della famiglia Jackson, che tanto ha influenzato il mondo della musica pop.

Joe Jackson è morto all’età di 89 anni. Il ‘patriarca’ di una delle famiglie più importanti del mondo della musica pop è mancato il 27 giugno, a due giorni di distanza dal 25 giugno quando, nel 2009, moriva suo figlio Michael. “Ho visto più tramonti di quanti me ne restino da vedere”, scriveva Joe Jackson il 24 giugno su Twitter.

Morto Joe, il patriarca dei Jackson

Joe Jackson è stato un importante manager musicale statunitense. Padre del re del pop Michael e di Janet, è stato il primo a notare il talento musicale dei figli. Sua l’idea di creare il gruppo musicale Jackson 5; la carriera nella band rappresenta l’esordio nel mondo dello spettacolo di Michael Jackson: solo due giorni fa, ricorreva l’anniversario della scomparsa del Re del pop. Ora è morto l’uomo da cui tutto è iniziato. Joe Jackson era in precarie condizioni di salute da tempo; nel 2015 aveva avuto un infarto e recentemente è stato ricoverato al Las Vegas Hospital, in cui è deceduto, a causa di un cancro al pancreas.

Joe Jackson, originario dell’Arkansans, era sposato con Katherine Scruse, la quale ha chiesto per due volte il divorzio, senza mai però giungere a una vera e propria separazione definitiva. La richiesta di portare a termine il matrimonio è stata dettata da una lunga relazione extraconiugale di Joe Jackson, da cui è nata una figlia. Da Katherine, Joe Jackson ha avuto dieci figli: Rebbie (1950), Jackie (1951), Tito (1953), Jermaine (1954), La Toya (1956), Marlon (1957), Brandon (1957, gemello di Marlon e morto poche ore dopo il parto), Michael (1958), Randy (1961) e Janet (1966). Joe Jackson è il manager dei suoi figli sin dagli anni ’60 del Novecento, quando Jackie, Tito e Jermaine formano un trio; il nucleo dei futuri Jackson 5. Joe si rende conto del talento dei figli ed è intenzionato a ritagliare per loro uno spazio nel panorama musicale contemporaneo. E’ riuscito nel suo intento ma ha ricevuto numerose critiche per aver praticamente spinto i suoi figli a intraprendere la carriera artistica; nel 2017, riflettendo sul passato, Joe ha ammesso di essere “profondamente dispiaciuto”.

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Il rapporto con il figlio Michael

Il rapporto con Michael, scomparso nel 2009, è stato particolarmente complicato. L’estrema durezza del padre nei confronti del figlio più talentuoso- e più fragile-, è stata confermata da Michael stesso, prima nella sua autobiografia Moonwalk, poi ancora nel 2003, durante l’intervista rilasciata a Martin Bashir per il documentario Living with Michael Jackson. Tuttavia il cantante, nel 2001, ha dichiarato di essersi riconciliato con suo padre: “Mio padre è un uomo molto duro e ha sempre spinto molto me e i miei fratelli a dare il meglio di noi stessi. Aveva molta difficoltà a mostrare il suo affetto. Non mi ha mai detto di volermi bene. E non si è mai nemmeno complimentato” ha affermato il cantante all’Università di Oxford (le parole sono state riportate da La Repubblica), nel corso di un’iniziativa benefica, riconoscendo però che “mio padre era un manager geniale e io e i miei fratelli dobbiamo il nostro successo professionale al modo in cui ci ha sempre spinti (…) Ora sono padre anch’io. (…) Mi ritrovo a ripensare a mio padre e, malgrado tutto ciò che ho detto poco fa, sono costretto a pensare che mi ha dovuto amare. Mi amava, e io lo sapevo. Erano delle piccole cose che me lo dimostravano”. Ricordando l’infanzia e l’adolescenza di suo padre, cresciuto in condizioni economiche precarie e in un momento di discriminazione verso le persone di colore, Michael Jackson conclude affermando: “Mi ha spinto perché mi amava, perché voleva che nessun altro patisse ciò che aveva patito lui. (…) La rabbia iniziale ha lasciato il posto al perdono”.