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Narcos: il figlio del trafficante Pablo Escobar si scaglia contro Netflix

Narcos: il figlio del trafficante Pablo Escobar si scaglia contro Netflix

Sebastian Marroquin, figlio di Escobar, punta il dito sulla serie tv di Netflix "Narcos": "La trama glorifica criminali e assassini".

Il figlio del celebre Pablo Escobar, re della droga in Sud America negli anni ’80, è ritornato a parlare della serie tv targata Netflix. Secondo Sebastian Marroquin, “Narcos“, nel riportare in auge le vicende circa la vita di suo padre, fornirebbe una visione distorta degli eventi. Nel corso di un’intervista pubblicata sul quotidiano spagnolo El Periodico, l’uomo, infatti, ha dichiarato che il modo in cui la storia è narrata ricorda molto una sorta di glorificazione di criminali e assassini.

“Desidero che le vicende vengano raccontata – ha dichiarato – ma non voglio che si elogi questo tipo di persone, mostrando il lato glamour del traffico di droga. Perché crea confusione nei giovani. Ho ricevuto migliaia di messaggi da parte di ragazzi che mi chiedevano aiuto e consigli come se io fossi mio padre. Vogliono diventare quel tipo di criminale. Addirittura mi hanno mandato delle foto in cui sono vestiti come Pablo, baffi e acconciatura di capelli inclusa. Serie come ‘Narcos’ hanno trasformato mio padre in un eroe. Ma soprattutto passano l’idea che fare il trafficante di droga sia bello”.

Peccato che, in realtà, “Narcos” faccia l’esatto opposto. Ovvero mostri come una vita di questo tipo non possa che condurre a una sola conclusione: la morte. Per Marroquin, comunque, non è il primo attacco alla serie tv. L’anno scorso, ad esempio, scrisse su Facebook una lista di 28 errori commessi dallo show, definendo oltraggioso. Avrebbe anche dichiarato di aver chiesto ai produttori della serie tv di poter pubblicare video e lettere del padre inedite. Richiesta che è stata, però, rifiutata. Secondo gli stessi produttori, un’opzione di questo tipo avrebbe virato verso una maggiore veridicità della storia. “Hanno preferito mandare in onda delle invenzioni – ha aggiunto Marroquin – e non la verità di chi ha davvero sofferto”.

A conti fatti, di film, serie tv e documentari su Pablo Escobar ce ne sono già a bizzeffe. È molti sono ancora in produzione. Perché la storia del celebre trafficante di droga che possedeva così tanto denaro da doverlo sotterrare nei campi è nota ormai (quasi) a tutti. Marroquin aveva 16 anni quando suo padre venne ucciso, nel 1993, dalla Polizia colombiana. Ha ricostruito la sua vita in Argentina. Ha cambiato nome ed è riuscito a crearsi una propria figura diametralmente opposta a quella del padre. È il suo modo di fare ammenda per gli errori commessi dal genitore. Nel 2014, infine, ha pubblicato la sua versione dei fatti, nel libro dal titolo Pablo Escobar: My Father.

Chi era Pablo Escobar?

A raccontare Pablo Escobar è il figlio stesso, Juan Pablo Escobar, in arte Sebastian Marroquin, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Mio padre era un uomo pieno di contraddizioni – spiega – Amava alla follia la sua famiglia, ma ordinava omicidi e uccideva, senza riflettere sulle conseguenze. Trafficava droga, ma mi sconsigliava di usarla. Amava mia madre ma la tradiva”.

Lo scorso anno, un contadino scoprì un altro nascondiglio con dentro 600 milioni di dollari del cartello di Medellín. Ma quei soldi, Sebastian non li ha mai toccati: “Ringrazio i nemici di mio padre che ci hanno tolto tutto. Perché se così non fosse stato, ora sarei diventato Escobar 2.0. E sarei morto”.