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Spaccatura tra Governo e Corte dei Conti sul Pnrr

Meloni Giorgia

Raggiunge il culmine lo scontro tra Governo e Corte dei Conti sull'attuazione del Pnrr e l'opportunità della proroga dello scudo erariale: a mediare per il Governo interviene il ministro Fitto, ecco com'è andata

Spaccatura tra Governo e Corte dei Conti. Casus belli: l’attuazione del Pnrr, lo stato di avanzamento dei progetti e l’opportunità della proroga dello scudo erariale. Ma andiamo in ordine.

Sull’attuazione del Pnrr

Dopo il minestrone dello scorso fine settimana e il botta e risposta sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, le critiche dei giudici contabili sono arrivate senza alcun filtro: in una relazione della Corte dei Conti è stato segnalato che, su un totale di 32,7 miliardi a disposizione del Governo nel primo semestre 2023, solo 1,1 miliardi sarebbero stati effettivamente spesi. In difesa della posizione del Governo è intervenuto il Ministro per gli Affari Europei, Coesione, Sud e PNRR Raffaele Fitto, il quale non ha esitato a contestare i numeri evidenziati dai giudici aggiungendo che «nei prossimi mesi partiranno le rendicontazioni di molti progetti e interventi, […] e sarebbe auspicabile un approccio costruttivo della Corte dei Conti, che potrebbe supportare tutti i soggetti attuatori nella fase di rendicontazione, di campionamento e di verifica del raggiungimento dei risultati, elaborando format, sistemi di autocontrollo che semplificherebbero i compiti dei singoli soggetti attuatori». A tal proposito, Fitto ha tenuto a rimarcare: «L’attuazione del Pnrr è una sfida per tutto il Paese, come ci ricorda sempre il presidente Mattarella. Serve un approccio costruttivo da parte di tutti affinché i progetti si realizzino e si in modo adeguato».

Sullo scudo erariale

Si aggiunge agli scontri relativi all’attuazione del Pnrr la proroga da parte del Governo della norma che riduce gli ambiti di competenza della magistratura contabile in relazione al piano. Altro urto. Introdotta in via temporanea all’articolo 21 del d.l. n. 76/2020, la norma sullo scudo erariale inibisce la funzione di controllo concomitante affidata alla Corte e limita la possibilità di contestare il danno erariale solo ad alcuni casi più rilevanti. In scadenza, il Governo ha intenzione di prorogarla e inserirla nel Decreto PA per semplificare l’attuazione del Pnrr. Spiazzata, l’Associazione Magistrati della Corte dei Conti in accordo coi vertici dell’organo giurisdizionale ricorda di aver «sempre mostrato disponibilità al dialogo affinché potessero essere introdotte riforme meditate, frutto di una pacata riflessione, per adeguare le forme di controllo, anche giurisdizionale, alle sfide attuali», considerando lo scudo penale un mezzo col quale il Governo ha «aperto uno spatium di impunità che va a vantaggio del funzionario infedele e di chiunque sperperi le risorse pubbliche».