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Riapertura stadi, Sileri concorda col Cts: "Aspettare decorso epidemia"

sileri stadi

Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri concorda con il Comitato tecnico scientifico sul no all'aumento degli spettatori negli stadi.

Sul tema della riapertura degli stadi interviene anche il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, che in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera si mostra concorde con le dichiarazioni fatte dal Comitato tecnico scientifico poche ore prima, affermando di voler agire con prudenza aspettando l’evoluzione dell’epidemia di coronavirus nelle prossime settimane. Il viceministri ribadisce infatti come un eventuale aumento degli spettatori negli stadi sia auspicabile soltanto in presenza di regole rigide e della certezza che queste siano fatte rispettare.

Riapertura stadi, parla Pierpaolo Sileri

Ai microfoni del Corriere, Sileri ribadisce di essere sulla stessa lunghezza d’onda degli esperti: “Sono d’accordo con gli scienziati. Io avevo detto sì all’aumento degli spettatori ma solo con un rispetto rigidissimo delle regole e con la garanzia di controlli rigorosi: mille persone in uno stadio sono poche, ma anche così va fatto rispettare il distanziamento, va indossata la mascherina e ovunque vanno vietati gli assembramenti, all’interno e all’esterno degli impianti. Un’apertura con più pubblico è certamente auspicabile ma con molta gradualità, quindi è bene aspettare e vedere come evolve l’epidemia”.

In merito all’evoluzione dell’epidemia nel corso della stagione autunnale, Sileri mostra piena fiducia nelle capacità del nostro sistema sanitario di resistere a un eventuale nuova ondata di contagi: “Io credo che ci sarà un aumento dei contagi: entro i primi 10 giorni di ottobre potremo vedere gli effetti dell’apertura delle scuole, ma se riusciremo a tenere sotto controlli i focolai e l’aumento sarà graduale, il sistema sanitario non sarà sotto pressione. Non bisogna mollare la presa, con la stagione invernale arriveranno anche le sindromi influenzali e dobbiamo stare attenti a non intasare i pronto soccorso”.

Con l’arrivo dei primi freddi risulterà inoltre difficile distinguere a prima vista un semplice raffreddore o un’influenza stagionale dai sintomi del Covid-19, ma per il viceministro l’unica soluzione è quella di incrementare i protocolli sanitari già in atto: “Tamponi e test rapidi. Ne stiamo facendo molti ma dobbiamo triplicarli: dobbiamo migliorare e aumentare la diagnostica. E ai primi sintomi sospetti restare a casa e chiedere di fare i test: in questa situazione è sbagliato pensare ‘è solo un raffreddore'”.