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Ragazzo gay aggredito a Milano con calci, pugni e sputi

Ragazzo gay aggredito

"Mi ha sbattuto a terra, tirandomi due pugni in faccia e poi un calcio su un fianco": il racconto di Samuele

In Italia ogni anno più di 100 persone subiscono abusi a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere. Tra le vittime anche donne e bambini, a scuola come in casa e al lavoro. Eppure la legge che potrebbe aiutare a combattere l’omofobia e difendere le vittime è parcheggiata in Senato da oltre quattro anni. Gli atti di intolleranza non riguardano esclusivamente violenze fisiche, ma anche aggressioni verbali, derisioni, minacce, atti di bullismo e diffamazione. L’ultimo caso riguarda Samuele, un ragazzo gay aggredito proprio per il suo orientamento sessuale, che in molti sembrano non comprendere né accettare. Ottusamente ripiegati attorno a convinzioni retrograde, in tanti si dimostrano capaci di mettere in atto gesti barbari e ai limiti dell’assurdo.

Gli insulti contro Samuele

Ha avuto il terrore di andare di nuovo lì ad aspettare il tram. Ha avuto paura di incontrare di nuovo il suo aguzzino. Ma poi ha preso coraggio e ha deciso di parlare. Perché sa di “non essere solo” e “che si può e si deve combattere l’omofobia“.

Così Samuele, ventiduenne iscritto alla facoltà di giurisprudenza in Bocconi, a Milano, ha deciso di raccontare l’aggressione subita. “Frocio di merda” ha urlato a gran voce l’uomo che lo ha picchiato.

“Vi vorrei raccontare una storia, che chiunque può condividere e che purtroppo è la realtà e non una delle solite fake news“. Comincia così il racconto che Samuele ha deciso di condividere sul suo profilo Facebook. Con il post, ha pubblicato una sua foto in cui appare visibilmente ferito, con la faccia gonfia e segnata dai lividi. Ha raccontato: “Stavo andando a lezione e aspettavo il tram a Porta Romana come ogni giorno, quando un ragazzo che non conosco mi ha urtato mentre era al cellulare, senza scusarsi. Così gli ho detto: ‘Guarda dove vai’ “.

La reazione è stata furibonda, inaspettata e assolutamente irrispettosa. “Frocio di merda cosa vuoi”. In quel momento, in quello che sarebbe dovuto essere un lunedì come tanti altri, è iniziato il suo incubo. “Ha continuato a insultarmi, sputandomi più volte addosso davanti a tutti, in pieno centro a Milano”. Ma la cosa più terribile è che “Nessuno fa nulla, nessuno reagisce”. Quindi Samuele ha aggiunto: “Decido di andarmene, per evitare altri problemi. Lui, non contento, mi segue, dicendomi: ‘Ti seguo fino a casa sai’. Io gli rispondo: ‘Guarda, io sto solo andando a lezione. Tu cosa diavolo vuoi da me?’ “.

L’aggressione

Poi sono arrivate le botte. “A questo punto mi sbatte a terra, tirandomi due pugni in faccia e poi un calcio su un fianco. Io provo a difendermi e cerco aiuto. La gente accorre ma non c’è nessun agente con il beneamato taser, nessuno lo ferma nella sua fuga, nessuno si è offerto di testimoniare per me”.

Poi la paura del 22enne: “La sua faccia resta indimenticabile. Il risultato fisico di tutto questo è una faccia gonfia perché c’è una frattura scomposta della mascella per la quale dovrò essere operato”. Quindi ha spiegato: “Mi sarà messa una piastra di titanio che ci rimarrà per il resto della mia vita, oltre alle numerose ferite sulle ginocchia e a un grosso livido sul fianco sinistro”.

Lo sfogo di Samuele

Lo stesso Samuele ha deciso di confidare i suoi sentimenti e la paura che angoscia il suo cuore: “All’inizio ho avuto molta, molta paura di tornare lì, lo ammetto. Paura di aspettare di nuovo il tram, a quell’orario preciso, non volevo dire nulla a nessuno, volevo far finta di essere caduto dalle scale”. Poi lo sfogo: “Il risultato è la paura che se sei omosessuale. Se hai capelli tinti argento e una voce come la mia dalla quale capiscono tutto, hai paura di venir picchiato da chiunque, soprattutto dopo un fatto del genere. Se esprimi te stesso o se dici un semplice ‘guarda dove vai’ “.

Ma giustamente si rassicura: “Io so di non essere solo, so che si può e si deve combattere l’omofobia. L’Italia può essere migliore, l’Italia di quelle persone che in qualche modo sono accorse e almeno lo hanno fatto fuggire con la loro presenza. E’ anche di questo che si ha bisogno. Il silenzio serve solo a peggiorare le cose, dentro di te e con chi ami e ti chiede perché tu stia male. L’Italia può essere migliore, il populismo con cui veniamo infettati ogni giorno da parte di certi politici che predicano razzismo e valori che esistono solo per loro, per fini di sola propaganda, non ci appartiene. L’odio non ci appartiene. Poi la sua determinazione: “IO ho deciso che tornerò a prendere il tram a quell’ora, io andrò a lezione e vivrò la mia vita nella normalità, perché adesso sono più forte”.

La condanna dell’Arcigay

Accanto a Samuele in prima linea c’è l’Arcigay Milano, che ha espresso “piena solidarietà” al 22enne, “aggredito in modo vigliacco e brutale”. Inoltre, ha dichiarato di essere disponibile “ad assisterlo nella sua azione legale”.

“La violenza va sempre condannata ma quando è motivata da ragioni di odio razziale, di genere e orientamento sessuale è ancora più odiosa e insidiosa, perché mina sin dalle sue radici la convivenza civile stessa”, hanno dichiarato dall’associazione. Poi hanno commentato: “Questo tipo di violenza mette in discussione il diritto ad esistere di interi gruppi di persone perché semplicemente percepite come diverse”.