> > Covid, Mantovani: "Test ci dirà quanto la malattia sarà grave"

Covid, Mantovani: "Test ci dirà quanto la malattia sarà grave"

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Identificata una proteina che se presente ad alti livelli si associa un elevato rischio di aggravamento

“C’e’ luce in fondo al tunnel” della pandemia, “ora abbiamo un test contro il Covid in grado di rilevare la gravità della malattia delle persone contagiate“. Sono queste le parole pronunciate da Alberto Mantovani, il direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Rozzano e professore emerito all’Humanitas University a Milano, in un’intervista al quotidiano la Repubblica. “Con i colleghi del Papa Giovanni XXIII di Bergamo abbiamo trovato un mattone del sistema immunitario legato alla forma grave della malattia. Può essere individuato con un esame semplice ed economico, un test sierologico che si aggiunge a quelli disponibili. Lo abbiamo provato su circa 150 pazienti da noi e a Bergamo. Livelli elevati di questa proteina sono associati a un altissimo rischio di aggravamento”.

Covid, altri test

Intanto c’è chi ha posto qualche dubbio sui test antigenici. Il professore Giuseppe Castaldo, responsabile della Diagnostica molecolare del Ceinge, ha parlato dei test antigenici, ritenendoli non sicuri a rilevare il Covid. “I test antigenici, che fanno parte di un pacchetto di test genericamente definiti rapidi, non sono sicuri.

“Un bambino mandato a scuola basandosi esclusivamente sull’esito del test antigenico è un’arma impropria“, ha continuato -. E l’efficacia di un esame del genere non varia che si tratti di un bambino o di un adulto”. “Piuttosto che mandare mio figlio a scuola, basandomi solo sul test antigenico – prosegue -, lo terrei a casa per tutto l’anno. A meno che non si affianca questo tipo di esame alla storia clinica del paziente, redatta dal pediatra”.

“L’unico test rapido che dimostra di funzionare bene è quello molecolare. In 15-20 minuti si ha il risultato. Ed è attendibile – ha spiegato poi il professore -. “Costa nove euro appena. Questi tamponi molecolari rapidi, quelli di cui si è dotato ad esempio il Ruggi D’Aragona a Salerno, dovrebbero essere a disposizione in ogni distretto, ed essere somministrati a tutti i bambini sospetti”.