> > Rapimento di minore: pugile Mirco Ricci condannato a 12 anni

Rapimento di minore: pugile Mirco Ricci condannato a 12 anni

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Condanna a quasi dodici anni di carcere per Mirco Ricci, pugile di successo. Il campione ha rapito un bambino per avere una partita di cocaina.

Il processo d’appello ai danni dell’ex campione italiano di pugilato dei pesi mediomassimi Mirco Ricci ripristina le accuse originarie e raddoppia la pena. Il pugile, noto come The Predator, dovrà scontare undici anni e dieci mesi di carcere per sequestro di persona a scopo di estorsione. La Corte d’Appello ha emesso un’equivalente condanna per la madre di Mirco Ricci, Palma Condemi. Sembra che i due abbiano rapito il figlio di una vicina di casa per ottenere dalla madre una partita di cocaina del valore di circa cinquemila euro.

Sequestro di persona: condannato il campione di pugilato

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Mirco Ricci e Palma Condemi erano stati condannati in primo grado a scontare solo quattro anni e mezzo di acrcere, per estorsione con minacce. La Corte d’Appello ha deciso di ripristinare l’imputazione originaria: quella di sequestro di persona a scopo di estorsione. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, infatti, Mirco Ricci si era presentato a casa di una vicina di casa in compagnia della sorella, nel residence comunale di Val Cannuta, vicino a Roma. I due volevano avere indietro una partita di cocaina. Dal momento che la droga cercata non c’era, Mirco Ricci ha sferzato due pugni alla donna e ha trascinato via il figlio, che all’epoca dei fatti aveva nove anni, affermando: “Se lo rivuoi, tira fuori i soldi“.

La madre del bambino aveva però solo mille euro, a fronte dei cinquemila richiesti da Mirco Ricci. Si è quindi decisa a denunciare l’accaduto. Le ricerche sono iniziate subito; chiave per il ritrovamento del bambino sono state le intercettazioni telefoniche. In una di queste Palma Candemi incitava il figlio nella sua azione: “Ci deve ridare i soldi. E subito. Ha fatto sparire lei la coca“. In una delle telefonate si sente anche, in sottofondo, il bambino che urla “Voglio la mamma“.

Mirco Ricci ha però sempre sostenuto che non si trattasse di rapimento: “L’ho accompagnato anche in palestra per gli allenamenti” ha spiegato. Il bambino frequentava infatti la palestra di pugilato di zona. Eppure la sentenza del giudice non lascia spazio alle giustificazioni. “I bambini non si toccano, il sequestro c’è stato. E ringraziando Dio giustizia è stata fatta, seppure a metà. Ora mio figlio è tranquillo. Ma non è stato facile. Ha ripreso a fare pugilato. Mirco era il suo idolo. Gli volevamo tutti bene. Andavamo a vedere i suoi incontri. Siamo andati via da là. Per ricominciare da capo” ha commentato Tiziana Cataldi, madre del bambino.