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Sinisa Mihajlovic in panchina: "Resta un nazista anche se malato"

sinisa mihajlovic

Sinisa Mihajlovic ha raccolto incoraggiamenti e critiche allo stadio di Verona: nel mirino sono finite le sue idee politiche e le qualità di tecnico.

Allo stadio scaligero Bentegodi, nella serata di domenica 25 agosto, si è svolto il match tra la squadra del Bologna e l’Hellas Verona. La partita è terminata in pareggio, ma il vero protagonista della serata è stato il tecnico rossoblu. Alle ore 19, due ore prima del fischio di inizio, infatti, aveva fatto il suo ingresso in campo un ospite: Sinisa Mihajlovic. In mattinata aveva lasciato l’ospedale Sant’Orsola per recarsi alla prima partita del campionato di Serie A: lo aveva promesso ai suoi ragazzi e così è stato. I tifosi lo hanno accolto con lacrime, affetto ma anche insulti: Sinisa Mihajlovic arriva da 41 giorni di cure contro la leucemia.

Sinisa Mihajlovic allo stadio

Il tecnico del Bologna, Sinisa Mihajlovic, ha seguito tutto il match contro l’Hellas dalla panchina dello stadio Bentegodi: nel corso della partita, però, ha ricevuto anche degli insulti. I suoi ragazzi lo avevano accolto all’hotel dove hanno alloggiato con affetto, abbracci e lacrime: nessuno si aspettava il suo arrivo. Con grandissimo coraggio, dopo 41 giorni di cure ha lasciato Bologna per raggiungere Verona. Il tecnico serbo è sceso in campo con un cerotto sul collo e dieci chili in meno per sostenere i suoi ragazzi. Dai social si leggono commenti di sostegno al tecnico che ha dimostrato forza e passione per il suo ruolo. “Stesse emozioni e stesso sgomento… #Mihajlovic sta dando a tutti una grande lezione di vita” scrivono alcuni. Altri, inoltre, aggiungono: “Uno dei pochi che, dopo aver parlato, lo dimostra coi fatti…. e, che con i fatti, dice più di tante parole… un grande lottatore. In bocca al lupo Siniša“.

Le critiche e gli insulti

I tifosi, invece, gli hanno riservato un trattamento completamente diverso. Alla base degli insulti ci sarebbero state le idee politiche di Sinisa: alcuni, infatti, hanno fatto riemergere le sue simpatie per l’estrema destra serba. In passato Sinisa aveva sostenuto Željko Ražnatović, il capo militare serbo che aveva realizzato molti crimini di guerra. Per questi motivi sono apparse critiche al tecnico bolognese, ad esempio: “Da amico di stragisti a santo il passo è breve. Mi spiace umanamente che sei malato, ma basta santificazioni”, scrivono alcuni. “Per me un nazista resta un nazista anche se malato” aggiungono altri. Infine, qualcun altro include anche le qualità tecniche, oltre alle idee politiche: “Ora si spera che farai meno lo sborone in caso di situazioni arbitrali ambigue”, “è un grande ma ha psicologicamente destabilizzato la squadra”.