Comunemente la vanità è definita come l’eccessivo desiderio di attuare una propria perfetta immagine (perfetta dal punto di vista del soggetto che la ricerca) da esporre al prossimo.
Indica un’eccessiva credenza nelle proprie capacità e attrazione verso gli altri. In molte religioni inoltre la vanità, nel suo significato più moderno, è considerata come una forma di auto-idolatria, nel quale l’individuo rifiuta Dio per la sua propria immagine, e di conseguenza non gli viene più concessa la grazia divina. Le storie di Lucifero, di Adamo ed Eva, di Narciso e di vari altri accompagnano i protagonisti verso l’aspetto insidioso della vanità stessa. In campo filosofico, la vanità si riferisce ad un più ampio senso di egoismo e superbia. Friedrich Nietzsche scrisse che, secondo lui, “la vanità è la paura di apparire originali: perciò è una mancanza di superbia, ma non necessariamente di originalità“.
E’ sicuramente uno dei difetti più inutili che una persona possa portare con sé: non solo non offre nessun vantaggio pratico (se non una patetica autogratificazione), ma è uno degli ostacoli più grandi alla realizzazione di rapporti umani sinceri e duraturi.
Esistono sostanzialmente due tipi di vanità: quella conscia e quella inconscia. La prima è tipica per esempio del miliardario che fa sfoggio della sua ricchezza, sapendo che gli altri lo invidiano: la gratificazione nasce dalla constatazione della propria superiorità economica. La vanità cosciente è odiosa (soprattutto per chi la subisce), ma almeno ha una sua ragione di essere: produce una gioia effimera, che dura finché la situazione è sostenibile.
Ben più patetica è la vanità inconscia: individui apparentemente normali fanno di tutto per poter apparire migliori di quello che sono, illudendosi di essere ai vertici; quasi sempre barano con sé stessi o con gli altri. Ovvio che prima o poi il bluff non regga e la verità si abbatta su di loro come fulmine a ciel sereno.
Spesso legata all’ esibizionismo, è un tratto caratteriale certamente molto diffuso. La nostra società, per come è strutturata, ci spinge spesso a fare sfoggio delle nostre conquiste come se questo aumentasse in qualche modo il nostro valore. Il vero vanitoso, tuttavia, si compiace di qualità spesso inconsistenti o comunque frivole, non tanto degli obiettivi raggiunti e delle mete raggiunte.
In fondo è anche vero che viviamo nella società delle immagini, della comunicazione e dell’ apparire. Così spesso ci troviamo davanti alla scelta tra essere o apparire? Essere bravi o apparire belli?
Sarebbe tutto più semplice se accettassimo che ” essere delle brave e buone ” è sicuramente più importante, ma ”apparire anche curati e piacevoli”, non ci rende di sicuro delle persone meno ” brave e buone”. Si dovrebbe quindi curare prima di tutto la nostra bellezza interiore, il nostro IO, per cercare di essere sempre migliori e poi cercare di mostrare al meglio anche la nostra ” persona fisica”…in quanto è il luogo dove abiteremo tutta la vita.
Essere delle brave persone ed aver cura del propio aspetto. Abbiate ben a mente anche che un corpo meraviglioso senza cultura, senza ironia, senza pazienza e disponibilità verso gli altri, è un corpo vuoto e abbandonato…un corpo che nessuno vorrà frequentare più a lungo di una notte.
Talvolta il vanitoso vive la sua vita in uno stato maniacale alla incessante ricerca della glorificazione di se stesso. Spesso sfocia nella prepotenza e nella cattiveria, nell’ essere indisponente, inquieto privo di modestia. Preferisce inventarsi meriti che non possiede piuttosto che ottenerli realmente. Manca di vera e sana autostima e tende ad accentrare la sua vita su se stesso senza apprezzare e coinvolgere il mondo che lo circonda.
D’ altro canto è vero anche che non fa male essere un pizzico narcisisti…ovviamente nella misura e nella situazione giuste. Avere fiducia in se stessi ed essere consapevoli delle proprie qualità e potenzialità. Senza sottovalutarsi. Insomma, come dire che un pò di sano egoismo non ha mai fatto male a nessuno.
Non serve essere cinici…alzi la mano chi oltre a sentirsi una bella persona non ama guardarsi allo specchio piacersi e sentirsi meglio per questo. Chi non apprezza con un sorriso un complimento a lui/lei rivolto. Vanitosi e narcisisti al punto giusto, per stare bene con se stessi e con gli altri. La differenza sta nel fatto di riuscire a prendere il lato ‘ positivo’ della vanità e porlo a lavoro per scopi utili. Ad esempio per se stessi ( avere fiducia nella propia persona) e socialmente utili ( attirare persone e situazioni attraverso la positività, la sicurezza e magari perchè no anche l’ intraprendenza). A volte può essere utile a rompere quel velo di timidezza che ci contrasta o a trovare il coraggio di cui abbiamo bisogno per affrontare situazioni che per paura mettiamo da parte.
Voglio concludere con una domanda…quale delle seguenti due frasi è più giusta?
Dimmi di cosa ti vanti e ti dirò di cosa sei privo. Carlos Ruiz Zafón
Amare se stessi è l’ inizio di una lunga storia d’ amore. Oscar Wilde
www.youtube.com/watch?v=b6UAYGxiRwU
Valentina Di Leo