Marianna Piacente Aumentano le denunce nel mondo della ginnastica contro le violenze e gli abusi subìti dalle giovani sportive. Presentato oggi all’Associazione della Stampa estera di Roma un dossier dall’associazione Change the Game con 197 casi di gravi episodi accaduti a ragazze di età compresa tra gli 8 e i 22 anni nelle palestre di quindici regioni italiane.
La testimonianza di un padre
Abusi sulle atlete affinché restassero magre e non ingrassasero: frasi bestiali e cibo negato. Si tratta di body shaming. Un padre racconta l’esperienza della propria figlia al Corriere: «Il 5 maggio 2018, dopo aver visto una compagna percossa dalla coach con la clavette, mia figlia ha deciso di raccontarmi tutto. Ho guidato sette ore per abbracciarla e davanti a una pizza mi ha detto quello che aveva subìto: gli sgambetti sistematici per farla cadere che le hanno procurato seri problemi alla schiena, le frasi brutali e il cibo negato». Sembra che all’inizio andasse tutto bene e che sia stato l’agonismo a innescare prima gli abusi e poi la malattia.
Le denunce
Il padre di Giada – è questo il nome della ragazza – ha denunciato la vicenda di cui per anni sua figlia è stata vittima. A lui si sono accodate centinaia di persone, vittime e familiari, che con l’aiuto di avvocati e psicologi sono ancora impegnate a recuperare la serenità persa e a farla pagare a chi si è impegnato invece a distruggere mente e corpo di giovani che volevano soltanto nobilitare la propria vita attraverso lo sport.
