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Carne coltivata, perché investire sulla nuova frontiera dell'alimentazione

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La carne coltivata ha acceso il dibattito ideologico ed etico in tutto il mondo, tuttavia gli studi effettuati fino ad ora dimostrano come possa determinare un effettivo miglioramento per l'alimentazione e non solo

Al momento Israele, Singapore e gli Stati Uniti sono gli unici Paesi ad aver approvato la carne a base di cellule per l’utilizzo da parte dei consumatori.

Cos’è la carne coltivata

La carne allevata in laboratorio è un prodotto sviluppato a partire da cellule animali e fatto crescere in bioreattori, con l’aiuto di sostanze nutritive come gli aminoacidi. Gli animali hanno la capacità di moltiplicare il proprio tessuto muscolare. Gli scienziati, quindi, individuano ed isolano le cellulare responsabili di tale processo, riproducendo in laboratorio le condizioni ideali per la crescita delle cellule di tessuto. In questo modo la carne è in grado di generarsi fuori dall’animale, senza l’utilizzo di antibiotici. Il processo di produzione avviene in un impianto molto simile ad una fabbrica di birra, al cui interno le cellule vengono nutrite e modellate in una struttura 3D.

I possibili vantaggi

Oltre a mitigare la macellazione degli animali, la carne coltivata potrebbe anche contribuire a rallentare il cambiamento climatico causato dall’emissione di gas serra, come l’anidride carbonica e il metano. Il sistema alimentare è responsabile di circa un quarto delle emissioni globali di gas serra, la maggior parte delle quali proviene dall’agricoltura animale. Secondo le Nazioni Unite, i trasporti necessari per l’agricoltura emettono sia metano che anidride carbonica e il disboscamento di terreni e foreste incrementa notevolmente la diffusione di CO2.

La legge italiana

A novembre 2023 Montecitorio ha approvato il decreto legge che vietava la produzione e la distribuzione di carne sintetica in Italia. La normativa, promossa dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobridiga e da quello della Salute Orazio Schillaci impedisce di produrre e commercializzare “cibi e mangimi generati a partire da colture cellulari“. La legge ha sollevato non pochi dubbi sia da parte del Quirinale sia da Bruxelles. I sondaggi, tuttavia, dimostrerebbero che circa il 55% degli italiani sarebbe interessato all’acquisto di tali prodotti.