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Coronavirus Palermo, in molti in fila al bar per la sfincia di San Giuseppe

Coronavirus Palermo fila sfincia 

Il coronavirus a Palermo non ferma la voglia di sfincia di San Giuseppe: tante le persone in fila al bar.

A Palermo, malgrado il decreto per fronteggiare l’emergenza coronavirus, in molti si sono messi in fila davanti al bar per acquistare la tradizionale sfincia di San Giuseppe. Una scena a cui la città siciliana è abituata in questo periodo dell’anno, visto che il dolce è un alimento imprescindibile il 19 marzo sulle tavole dei palermitani, ma che quest’anno ha posto l’interrogativo se fosse il caso o meno di creare degli addensamenti di persone davanti ai punti vendita per acquistarle.

Palermo, in fila per la sfincia malgrado il coronavirus

Nello specifico la lunga fila creatasi davanti al Bar Costa di via Gabriele D’Annunzio ha attirato l’attenzione di molti residenti della zona che hanno scattato foto dai loro balconi e, in alcuni casi, hanno provveduto a chiamare la polizia per segnalare l’irregolarità. La realtà è che in fila ammassati davanti alla vetrina c’erano diverse persone che lavorano per Social food, dei rider dunque, chiamati a più riprese a prendere e consegnare la sfincia di San Giuseppe alle persone che le hanno ordinate. Le persone in coda erano dunque autorizzate ad essere lì, ma di certo nessuna di loro rispettava le distanze di sicurezza previste dal decreto e soprattutto viene da chiedersi se fosse necessario ordinare in massa tutti lo stesso prodotto. Una situazione sfuggita di mano ai cittadini di Palermo, alle autorità e a chi gestisce le consegne per Social food.

Coronavirus, la situazione in Sicilia

Secondo il bollettino diffuso dalla Protezione Civile in data 18 marzo, il numero dei casi positivi al coronavirus in Sicilia è 267. Una situazione che preoccupata soprattutto in prospettiva, visto che molti sono tornati sull’isola dal nord nel corso delle scorse settimane e si teme che i contagi possano aumentare. C’è allerta soprattutto per la condizione della sanità sicilia, da più parti ritenuta insufficiente a gestire un emergenza simile a quella che si sta riscontrando in altre regioni d’Italia.