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Mascherine anti-virus prodotte abusivamente: imprenditrice nei guai

mascherine napoletano

Mascherine anti-virus prodotte abusivamente. Nei guai un'imprenditrice 44enne: pronti alla vendita ben undicimila dispositivi di protezione.

Nel napoletano, a Scisciano, sono state trovate oltre undicimila mascherine in stoffa, inutili per il coronavirus e potenzialmente pericolose per la salute della gente ma pronte per la vendita. Nei guai un’imprenditrice incensurata del posto.

Mascherine illegali

Nonostante il rigore degli italiani, c’è qualcuno che non sembra aver appreso nulla dalle lezioni che questo Covid-19 ci sta dando. L’ultimo caso è la scoperta di oltre undicimila mascherine pronte a essere vendute senza alcuna certificazione valida di conformità. Un nuovo business che sembra essersi già collaudato e particolarmente lucroso: la compravendita di DPI realizzati abusivamente e senza nessuna garanzia di protezione per la salute.

Dispositivi, in questo caso il lotto di mascherine che veniva prodotto a Scisciano, nel napoletano, prodotti in uno scantinato dove aveva luogo una vera e propria fabbrica abusiva.

Nei guai l’imprenditrice

Protagonista della vicenda è un’imprenditrice incensurata di 44 anni, che deve ora rispondere di frode nell’esercizio di commercio e contraffazione: una scoperta effettuata dai Carabinieri di San Vitaliano assieme alla Forestale di Marigliano e del Nas di Napoli. L’imprenditrice, titolare di una ditta tessile del posto, avrebbe fabbricato tutte le undicimila mascherine in stoffa senza le autorizzazioni medico-sanitarie e, quindi, inutili per difendersi dal coronavirus. Su ogni prodotto compariva però il marchio di controllo CEE, per non essendo mai stato applicando ufficialmente e senza nessuna autorizzazione legittima ad opporlo. I militari dell’Arma avrebbero spiegato che quest’ultime erano destinate al mercato nazionale, e ch’erano pericolose per la salute visto l’inutilità nel proteggere i cittadini. Sottoposte a sequestro anche le attrezzature per produrre le mascherine.