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Covid, immunologa Viola: "Anche con la mascherina ci si può infettare"

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Per l'immunologa Viola il rischio zero di contagio non esiste, ma non per questo non bisogna adottare delle misure preventive come la mascherina.

L’immunologa Antonella Viola ha consesso un’intervista al Corriere nella quale ha detto sulla sua sull’attuale situazione di emergenza covid in Italia sostenendo, tra le altre cose, che il rischio di contagio zero non esiste e che anche con la mascherina ci si possa infettare.

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Covid, l’immunologa Viola e l’uso della mascherina

La professoressa del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova parla della sua vita privata e di come anche lei abbia riorganizzato la propria routine casalinga per cercare di limitare il contagio. Ricordiamo che secondo recenti dati diffusi dal ministero della Salute, circa il 70% dei nuovi casi arrivano da contatti in famiglia. “La nostra vita non si è bloccata – dice sul tema la Viola – Cerchiamo di proteggerla dandoci dei limiti. A casa non invitiamo più di 2-3 ospiti per volta, ben distanziati a tavola, le chiacchiere di fine cena a mascherina indossata. Ce la togliamo soltanto tra noi 4, io, figli e marito. I ragazzi hanno partecipato a feste tra amici sottoposti a tampone. Evitiamo assembramenti e voli aerei. Andiamo al ristorante con le dovute accortezze”.

Viola, mascherina e tamponi 

Come detto, per l’esperta è impensabile credere di essere sottoposti a rischio zero anche se si rispettano tutte le regole. “Se indosso la mascherina chirurgica e resto chiusa diverse ore in una stanza a contatto di un individuo contagioso – dice la Viola – a sua volta protetto, potrei infettarmi lo stesso”. È bene dunque protegersi il più possibile e non fornire al virus terreno facile per muoversi, tenendo però sempre bene a mente che tutti, indistintamente, potremmo essere attaccati. 

La strada a questo punto per l’immunola è quella di puntare sui tamponi salivari molecolari che sono molto più maneggevoli e permetto dunque di testare tante persone, comprese bambini e persone con disabilità. Poi attenzione anche ai tamponi rapidi antigenici: “Nessuno pensa di sostituirli a quelli tradizionali – sostiene Viola – però possono essere molto utili in certi contesti come scuola e università dove occorrono risposte veloci”.