> > Numero posti letto negli ospedali per abitante: la classifica dei paesi Ocse

Numero posti letto negli ospedali per abitante: la classifica dei paesi Ocse

posti-letto-per-abitante

L'emergenza coronavirus ha messo a dura prova gli ospedali di tutto il mondo, ma quali paesi primeggiano per numero di posti letto per abitante?

Con l’esplosione della pandemia di coronavirus sono aumentati in tutto il mondo i ricoveri nelle strutture ospedaliere e con esse la necessità di posti letto, che negli ultimi anni erano costantemente diminuiti a causa di vari fattori comuni a molti dei paesi sviluppati. La classifica dei paesi dell’area Ocse per numero di posti letto per mille abitanti analizzata dall’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani ci consente di vedere quali paesi del mondo erano maggiormente preparati ad affrontare una sfida sanitaria come quella che stiamo attraversando e quali invece sono colti impreparati dall’emergenza coronavirus.

Ospedali, la classifica posti letto nel mondo

Osservando i dati dei paesi Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) si nota come quasi tutti gli stati dell’area abbiano nel corso degli ultimi diciassette anni progressivamente diminuito il loro numero di posti letto per mille abitanti, ad eccezione della Cina e della Corea del Sud. Negli ultimi anni infatti la prima è passata da 1,7 a 4,3 posti letto (+ 158%) per mille abitanti, mentre la seconda ha compiuto un vero e proprio balzo passando da 4,7 a 12,3 posti letto (+ 164%) per mille abitanti.

Si tratta come già detto per di due significative eccezioni, dato che la maggior parte degli altri paesi Ocse hanno invece diminuito il loro numero di posti letto. Le ragioni di questa diminuzione sono molteplici ma principalmente vanno ricercate nel generale miglioramento della qualità della vita nei paesi industrializzati, che comporta dunque un minor tasso di ospedalizzazione, negli avanzamenti tecnologici del settore medicale che permettono di effettuare più ricoveri e operazioni in minor tempo e ultimo ma non meno importante nell’implementazione di politiche specifiche per la riduzione delle ammissioni ai ricoveri ospedalieri.

Visualizza questo post su Instagram

? In queste settimane, si è parlato molto di posti letto nelle strutture ospedaliere. L’Italia ?? ha progressivamente diminuito il numero di posti letto nei propri ospedali negli ultimi anni, ma non è la sola. Anzi! ⠀ ⠀ ⠀ ↘ I dati dell’Health Statistics 2019 pubblicati da @the_oecd mostrano che, dal 2000, il numero di posti letto ogni 1.000 abitanti è diminuito in quasi tutti i paesi #OCSE, con eccezione di Corea del Sud ?? (che ha registrato un +164%) e della Cina ?? (+158%). ⠀ Questi dati riflettono il generale miglioramento delle condizioni di salute e degli standard di vita dei principali paesi, che si ripercuotono così sull’aspettativa di vita che con il passare dei decenni cresce in ormai quasi tutti i paesi. ⠀ ⠀ ➡ In altre parole, la popolazione è in media più sana, quindi possiamo passare meno tempo negli ospedali e c’è meno bisogno di posti letto disponibili nelle strutture di ricovero. ⠀ Parte della diminuzione è dovuta anche ad altri due fattori cruciali: ? gli avanzamenti nel settore della tecnologia medica e biomedica, che permette di eseguire più ricoveri e operazioni nello stesso lasso di tempo ? politiche di riduzione delle ammissioni ai ricoveri ospedalieri ⠀ Se l’effetto del progresso tecnico-scientifico è molto chiaro e immediato, più interessante è soffermarsi sul secondo punto. Negli ultimi anni molti paesi hanno attuato delle politiche finalizzate a ridurre i tassi di ammissione negli ospedali. ⠀ ⠀ Perchè? Alcuni studi hanno dimostrato che l’offerta di posti letto influenza i tassi di ammissione; in altre parole, una maggior offerta di posti letto porta ad un tasso maggiore di occupazione dei letti stessi (questa relazione ha preso il nome di legge di Roemer, secondo la quale “un letto costruito è un letto occupato”). ⠀ Quindi, i policymaker, hanno riconosciuto che aumentare i posti letto negli ospedali non porta automaticamente ad una risoluzione del problema di sovraffollamento o dei ritardi nei servizi ospedalieri, ed hanno progressivamente tagliato la disponibilità dei posti letto. ⠀ ? E voi conoscevate la “legge di Roemer”? ⠀ ⠀ #OCPI #covid19 #Sanità

Un post condiviso da Osservatorio CPI (@osservatoriocpi) in data: 9 Apr 2020 alle ore 3:01 PDT

Quest’ultimo punto è senz’altro quello più interessante da analizzare, poiché secondo alcuni studi maggiore è l’offerta di posti letto negli ospedali e più alta sarà l’ammissione ai ricoveri. In altre parole un ospedale con un altro numero di posti letto sarà maggiormente portato ad ammettere più persone nei ricoveri, pertanto aumentare i posti letto in situazioni normali (quindi non in scenari emergenziali come quelli della pandemia di coronavirus) non risolve il problema del sovraffollamento dei reparti, che invece rimane invariato.

Gli altri paesi del mondo

Se come già detto Cina e Corea del Sud sono gli unici paesi ad aver avuto un aumento di posti letto per mille aitanti, vediamo come sono messi gli altri stati dell’area Ocse. In testa alla classifica troviamo il Giappone con 13, 1 posti letto per mille abitanti mentre a seguire abbiamo la già citata Corea del Sud e la Germania con 8 posti letto. Percorrendo la classifica troviamo di seguito l’Austria con 7,4 posti letto, la Francia con 6, il Belgio con 5,7, la Cina con 4,3, il Portogallo con 3,4, i Paesi Bassi con 3,3, l’Italia con 3,2, la Spagna con 3, gli Stati Uniti con 2,8, il Regno Unito e il Canada entrambi con 2,5 e per ultima la Svezia con 2,2 posti letto per mille abitanti.