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In Francia riaprono le scuole e i bambini giocano a distanza

Francia riaprono le scuole bambini

In Francia i bambini sono tornati a scuola, ma i più piccoli giocano da soli in aree delimitate dal gesso.

In Francia riaprono le scuole dopo la sospensione delle lezioni in aula causata dall’emergenza coronavirus e anche i bambini sono chiamati a rispettare il distanziamento sociale. Al fine di garantire che i più piccoli non entrino in contatto diretto durante la ricreazione, un scuola di Tourcoing, al confine con il Belgio, ha deciso di delimitare molto chiaramente lo spazio all’interno del quale ogni singolo bambino può muoversi. Nello scatto realizzato giornalista Lionel Top, si notano dei quadri colorati disegnati sull’asfalto con il gesso. Un’immagine di sicuro non bella, ma forse necessaria visto il periodo. La fotografia, o meglio il suo contenuto, sta facendo molto discutere in Francia, ma, stando a quanto riportato dallo stesso Lionel Top, “i bambini giocano, ballano, saltano, ridono insieme… ma da questa piazzole. Da quello che abbiamo visto, non la vivono come una punizione.

Francia, a scuole i bambini giocano divisi

La scelta della Francia di riaprire le scuole quanto prima è stata una crociata portato avanti dal presidente Emmanuel Macron, fermamente convinto che bloccare l’anno scolastico potesse avere in futuro ripercussioni peggiori del coronavirus. Gli istituti scolastici sono dunque tornati in attività, ma nel rispetto di rigide regole e misure di sicurezza.

Il ministro francese dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, aveva così commentato a La Repubblica la scelta del suo paese di riaprire le scuole: Comodo rimandare a settembre la riapertura, ma se si accumulano difficoltà alle elementari è difficile recuperare. Ho paura della paura, ora dobbiamo dobbiamo trovare un modo di far funzionare le nostre società tenendo conto del virus. L’obiettivo immediato è far tornare a scuola quei bambini piè svantaggiati pur sapendo che nel loro caso sarà ancora più difficile. Per questo è importante ricreare un circolo virtuoso di fiducia. Oggi non riesco a immaginare un bambino di sette anni che non frequenti la scuola per un intero semestre”.