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Faeto, il paesino pugliese dove si parla franco-provenzale

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Faeto è un paesino in provincia di Foggia, situato sui monti del Subappennino Dauno Meridionale, il cui nome, in italiano "faggeto", deriva appunto dal "bosco di faggi" che lo circonda. Conta appena 700 abitanti circa e ha un’interessante storia: nel 1269, diciannove anni dopo la morte del celebe...

Faeto è un paesino in provincia di Foggia, situato sui monti del Subappennino Dauno Meridionale, il cui nome, in italiano “faggeto”, deriva appunto dal “bosco di faggi” che lo circonda. Conta appena 700 abitanti circa e ha un’interessante storia: nel 1269, diciannove anni dopo la morte del celeberrimo Federico II di Svevia (Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo d’Angiò I (Parigi, 21 marzo 1226 – Foggia, 7 gennaio 1285), re di Sicilia e di Napoli, inviò sul posto un esercito contro gli ultimi saraceni rimasti, che erano stati fedeli al defunto sovrano, e determinò la nascita sia di Faeto che del vicino comune di Celle San Vito, poiché quei soldati vennero raggiunti dalle loro famiglie e rimasero a vivere lì. Lo si legge su un editto proclamato l’8 luglio 1269.

In questo luogo, tutti, giovani e anziani, unici nel Sud Italia, parlano ancora, nella loro vita quotidiana, il franco-provenzale, la lingua – riconosciuta come tale dalla legge 482 del ’99 in base all’art. 6 della Costituzione Italiana che tutela le minoranze linguistiche –, usata dai condottieri angioini vincitori: praticamente si tratta del francese di 800 anni fa ed è molto simile al francese attuale. Una lingua – con tanto di proprio dialetto – che si cerca di preservare, grazie all’attivismo di alcune associazioni culturali locali, che qualche anno fa hanno portato la Provincia a istituire uno sportello che si occupa della diffusione di libri scritti proprio in franco – provenzale – dizionari, grammatiche ecc. –. L’iniziativa sta attirando studiosi a livello internazionale. Ogni anno, nel mese di luglio, viene ospitata l’Università Francofona dell’Italia del Sud (UFIS), per un confronto, uno scambio culturale proprio con studenti francesi e altri che vengono da ogni parte del mondo. Ancora, è molto attiva l’associazione canora Corale Nuova Provenza, dedita alla preservazione e diffusione dei canti in provenzale. Dunque si può dire che gli abitanti di Faeto e Celle San Vito, abbiano una triplice identità: italiana, pugliese e franco-provenziale. Cosa “si sentiranno di più”? Faeto, per esempio, in franco – provenzale Faìte, è annoverato tra i “borghi autentici d’Italia”: sono suggestive le sue porte –,“lo cunnùtte” – e il suo centro storico, con la chiesa principale del paese, ovvero quella del Santissimo Salvatore, adiacente al municipio, e alcuni imponenti palazzi privati. Poi naturalmente c’è attorno al borgo il bosco di Difesa di Faeto, uno dei boschi più importanti dei monti Dauni, recentemente riconosciuto come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), dove si trova la maggiore quantità di faggi di tutto il territorio. Inoltre vi si trovano, per quanto riguarda gli alberi, querce, aceri, olmi di montagna, tigli e sorbi, mentre per quanto riguarda i fiori, vi spuntano bucaneve, primule, anemoni, orchidee di bosco e rosa canina. Notevole e variegata è anche la fauna del bosco: vi si trovano infatti picchi rossi e verdi, tassi, ghiri e anche lupi. Inoltre si può fare un giro o sostare, magari per un pic- nic in un’apposta area, nell’Orto Botanico che qui è stato creato. Faeto è davvero un luogo che merita di essere visitato, consigliato agli amanti della tranquillità, della natura, della storia e naturalmente anche delle lingue diverse.