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Gli edifici ex Urss abbandonati

Urss

  Ogni periodo storico concluso ha le sue rovine, che testimoniano ciò che è stato. Cos’è rimasto per esempio di quella che fu l’Unione Sovietica? Una giovane fotografa britannica appassionata di turismo dark, la 34enne Rebecca Jane Litchfield – vero nome Rebecca Lilith Bathory, cu...

 

Ogni periodo storico concluso ha le sue rovine, che testimoniano ciò che è stato. Cos’è rimasto per esempio di quella che fu l’Unione Sovietica? Una giovane fotografa britannica appassionata di turismo dark, la 34enne Rebecca Jane Litchfield – vero nome Rebecca Lilith Bathory, curiosamente lo stesso della Contessa e serial killer Erzsébet Báthory, vissuta tra il Cinquecento e il Seicento e soprannominata la Contessa Dracula o Contessa Sanguinaria –, ha documentato con delle immagini, raccolte nella rassegna fotografica dal suggestivo titolo Soviet Ghosts, Fantasmi Sovietici, lo stato di abbandono in cui versano alcuni ex luoghi simbolo dell’UR.S.S., dell’ideologia che la caratterizzava, e dei suoi alleati: città dimenticate, edifici come asili, scuole, fabbriche, prigioni, campi di sterminio, monumenti, ospedali, caserme, teatri disseminati in 10 Paesi del mondo. Fotografie di grande valore artistico, ma ovviamente anche di grande importanza storica, perché narrano la vita quotidiana delle popolazioni vissute nel periodo della Guerra Fredda. Sono state tutte riunite in un libro, Soviet Ghosts (pubblicato nel Giugno 2014 da Carpet Bombing Culture), che illustra uno strano intervallo tra antichità e modernità.

C’è per esempio la foto di un locale abbandonato che ha in bella vista un dipinto celebrativo con falce e martello e la sigla CCCP, equivalente della sigla russa SSSR, la quale indica l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche; una vecchia stazione sui cui binari c’è un treno d’epoca che ha sulla parte anteriore una stella rossa a cinque punte, noto simbolo del comunismo e del socialismo; stanze di ospedali assolutamente diroccati – ma magari con ancora alcune boccette di medicine appoggiate sopra quello che era stato un carrello –; un’ex palestra con un pavimento di legno allo sfacelo – assomiglia quasi ad un terreno boschivo con le radici degli alberi – riconoscibile da un paio di canestri per giocare a basket; un muro grigio e inquietante con scritte propagandistiche in cirillico; dipinti con soldati ed ancora una stella rossa a cinque punte (anche sull’elmetto); murales “guerreschi” e con il volto di Lenin e così via.