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Robin Williams: la malattia che lo ha portato al suicidio

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Robin Williams e il suicidio: emergono nuovi dettagli sul gesto estremo dell’attore americano.

Sono già passati sei anni da quando Robin Williams è venuto a mancare. Il famoso attore americano, infatti, con il suo suicidio aveva sconvolto l’intero mondo di Hollywood. A settembre 2020, a distanza di sei anni, sarà proposto un documentario, per testimoniare e ricordare gli ultimi giorni di vita dell’attore. Proprio in questo periodo, sono tante le nuove scoperte sui motivi che hanno portato Robin Williams a compiere questo gesto estremo. Se fino a qualche tempo fa si credeva che la causa principale fosse da attribuire al morbo di Parkinson, adesso le cose cambiano. Nel docufilm “Robin’s Wish“, si è svelato che a portare l’attore al suicidio fu un’altra malattia. Si tratta della demenza a corpi di Lewy, una patolgia ancora poco conosciuta, che attacca il cervello e provaca ansia, insicurezza e depressione.

Il suicidio di Robin Williams

A raccontare cosa è realmente successo negli ultimi giorni di vita di Robin Williams, ci hanno pensato la moglie Susan Scheneider Williams, e il regista Shawn Levy, che lo ha diretto l’attore nel film “Una notte al museo: il segreto del faraone”. Robin soffriva davvero molto. La malattia da cui era affetto non lasciava alcuno scampo. A lungo andare, infatti, l’ansia e l’insicurezza aumentano sempre più, fino a costringere la persona che ne soffre, a compiere il gesto estremo del suicidio. La moglie ne era ben consapevole. “Mio marito stava combattendo contro una malattia mortale. Tutte le zone del suo cervello erano state attaccate dalla malattia. Un’esperienza che lo ha totalmente disintegrato”.