> > Mondiali femminili: dopo l'eliminazione dell'Italia quale futuro per le azzurre?

Mondiali femminili: dopo l'eliminazione dell'Italia quale futuro per le azzurre?

null

Alle azzurre manca ancora un trofeo importante. L'entusiasmo si sta spegnendo e il calcio in rosa è ancora un tabù.

La spedizione italiana dei mondiali di calcio in rosa si interrompe nelle fasi a gironi. Dopo la goleada subita dalle svedesi, le azzurre della ct Milena Bertolini sono state eliminate nel confronto con il Sudafrica.

L’eliminazione spinge l’allenatrice a un passo dall’addio, mentre in federazioni tutti si domandano quale futuro avrà il calcio italiano femminile.

La ct della nazionale di calcio femminile a un passo dall’addio

“Spero di aver lasciato un’eredità”. Questo il commento amaro della commissaria tecnica della nazionale italiana di calcio femminile, Milena Bertolini. Dopo la sconfitta subita contro il Sudafrica (Italia battuta 3 a 2) e l’uscita di scena dai Mondiali di calcio in corso in Australia e Nuova Zelanda, per lei si prospetta un nuovo futuro, comunque incerto, visto che il contratto scade il prossimo 31 agosto.

“Il mio futuro – chiarisce la Bertolini – non ha importanza. Ciò che conta è quello del movimento calcistico femminile. Da parte mia spero di aver lasciato un’eredità“.

 

Quale futuro per la nazionale di calcio femminile?

L’Italia in rosa è a secco di trofei. I migliori risultati sinora raggiunti sono due secondi posti agli Europei, mentre ai Mondiali non è mai andata oltre i quarti di finale, agguantati in due occasioni.

Prima dell’eliminazione dai gironi del Mondiale in corso, la nazionale italiana occupava il 16esimo posto del World Ranking Fifa.

Dopo gli entusiasmi di qualche anno fa con un pubblico televisivo che sembrava appassionarsi alle imprese della nazionale femminile, ora i riflettori sembrano offuscati.

Inoltre, il calcio femminile risente ancora di tabù e pregiudizi.

L’obiettivo della federazione è riportare l’entusiasmo facendo crescere un vivaio ancora acerbo e attirando maggiori investimenti alla base. Basti pensare che solamente negli Stati Uniti le calciatrici ricevono pari trattamento retributivo rispetto ai colleghi maschi.