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Paola Barale offesa: "Non mi sento tutelata come donna"

Paola Barale

Paola Barale di è lasciata andare a un lungo sfogo su Instagram dopo la sentenza per una paparazzata a casa sua a seno nudo

Qualche ora fa, Paola Barale è apparsa in una foto su Instagram con il volto coperto da un cartello. Quest’ultimo reca la scritta “Chiuso” e la didascalia “Il reato non sussiste”. La bionda showgirl torinese ha così spiegato ai propri follower i motivi di questa sua scelta.

Non so se ve lo ricordate, ma l’anno scorso sono stata paparazzata a casa mia a seno nudo, in un mio momento privato e non in topless, e per quanto mi riguarda c’è una bella differenza. A casa mia a Ibiza, che si trova in un comprensorio privato (dove per entrare devi superare una guardiola con una sicurezza) appena sveglia la mattina…

La presentatrice si è sentita dunque parecchio umiliata per il trattamento ricevuto dalla giustizia italiana.

Bene, ieri per la terza volta è arrivata l’umiliazione (era già stata chiesta l’archiviazione , ho fatto appello e ieri la bella notizia). Per la legge italiana o meglio a detta delle 2 giudici donne che hanno seguito il caso e hanno deciso che il reato non esiste. Secondo la legge o meglio, sempre secondo queste 2 giudici donne non è stata violata la mia privacy… Secondo loro no.

Paola Barale indignata sul web

L’ex compagna di Raz Degan non ha dunque accettato di buon grado la sentenza. Ha affermato di non essersi sentita per nulla tutelata tra quelle quattro mura della sua casa. Esse dovrebbero rappresentare infatti la dimensione privata, intoccabile per qualunque obiettivo di qualsiasi fotografo indiscreto.

Sono indignata e offesa perché non mi sento tutelata come essere umano e come donna. Come ho già detto più volte, in un momento così delicato per l’universo femminile che sta vivendo un periodo tragico dove tutti i giorni si urla e si chiede rispetto e più tutela. Mi e vi chiedo se questo vi sembra un messaggio, un esempio di rispetto. Questo è un affronto, è una delinquenza legittimata, un reato, un gesto pari a quello di chi, senza scrupoli, pubblica sui social foto a tradimento di compagni di classe, amici/conoscenti. Quando leggiamo con indignazione queste notizie sui giornali, compreso quella in questione, urliamo tutti al bullismo… E questo cos’è?

Questa la domanda che Paola Barale rivolge ai suoi seguaci, rassegnata all’idea che il suo spazio privato sia stato violato senza nessuna conseguenza.

Il servizio fotografico del topless della showgirl era stato realizzato dal settimanale “Chi” circa un anno fa. Esso fece clamore suscitando la dura reazione della protagonista, che si trova in vacanza nella Isla Bonita. Sempre su Instagram la Barale aveva allora commentato l’accaduto mandando a quel paese il direttore Alfonso Signorini. In quell’occasione aveva usato hashtag come #fuckyoualfonso, #idiots #vaffan**lo e #poverisfigati. Non solo, la vicenda è appunto finita in tribunale. Ma dopo dodici mesi è arrivata la sentenza: il reato non sussiste.