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Riaperture, Cauda: "Coprifuoco alle 23? Prima decade di maggio cruciale per decidere"

Riaperture Cauda

Cauda ha affermato che i primi giorni di maggio saranno cruciali per rivedere l'orario del coprifuoco e procedere con altre riaperture.

Secondo il professor Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, ha affermato che per lo slittamento del coprifuoco alle 23 sarà decisivo analizzare i dati e i comportamenti della prima decade di maggio per vedere quali saranno stati i primi effetti delle riaperture.

Riaperture, Cauda sul coprifuoco alle 23

Intervistato dal Messaggero, l’esperto ha citato studi che hanno indicato che il coprifuoco alle 22 funziona perché vengono ridotte le occasiono di contagio. Ritenendo comunque legittime scelte politiche diverse, ha spiegato che se i cittadini si saranno mostrati virtuosi e attenti durante i primi giorni di ripartenza si potrà riconsiderare l’orario.

Tra i consigli che Cauda si è sentito di dare per il weekend del 1 maggio è quello di evitare pranzi, cene o feste al chiuso con molte persone. Quanto più le persone tendono a riunirsi e fare gruppo, tanto più crescono infatti le insidie del contagio.”Meglio una bella passeggiata all’esterno, però evitando assembramenti senza mascherina“, ha aggiunto.

Riaperture, Cauda sui vaccini

Per quanto riguarda la campagna vaccinale, l’esperto ha affermato che l’insieme di vaccinati e persone in passato contagiate che hanno sviluppato l’immunità è pari al 30%. Ciò significa che il 70% è ancora suscettibile all’infezione. “Siamo all’ultimo miglio ed è un miglio intenso, anche se le vaccinazioni giornaliere sono aumentate“. Lo stesso Figliuolo ha annunciato l’obiettivo di arrivare a 500 mila somministrazioni giornaliere.

Se non succede qualcosa di imprevisto come una variante che vada a cambiare le regole del gioco, per Cauda tra qualche mese sarà possibile permetterci molta più libertà. Ora è però necessario continuare con la prudenza per evitare che capiti a livello nazionale ciò che è successo in Sardegna, passata dalla zona bianca a quella rossa in breve tempo. “I conti li rifaremo dopo la prima decade di maggio. E alla fine di quel mese un primo effetto dei vaccini lo dovremmo vedere“, ha sottolineato.

Riaperture, Cauda sulla variante indiana

Quanto infine alla variante indiana, il direttore del reparto di Malattie Infettive del Gemelli ha spiegato che si tratta in realtà di due varianti: una con tre mutazioni e una con due. Quella che più interessa è la mutazione 484 che è comune con la brasiliana e la sudafricana. “Preoccupano anche se il vaccino ,stando al primo studio che riguarda Pfizer, funziona“, ha aggiunto. Per contrastare il ceppo originatosi in India, ha concluso, si deve semplicemente continuare a mettere in atto le misure di prevenzione già previste.