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Si cerca una traccia di Kata in Perù, le autorità italiane sono in contatto con la polizia peruviana

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Nelle indagini sulla scomparsa della piccola Kata spunta l’ipotesi del Perù, le autorità italiane hanno preso contatti con la polizia peruviana.

Una telefonata tra il nonno e il papà della piccola Kata, scomparsa da circa due mesi dall’ex Hotel Astor di Firenze, sembrerebbe indicare che la bambina possa trovarsi in Perù: le autorità italiane sono in stretti contatti con la polizia peruviana per verificare la teoria.

Scomparsa Kata, contatti tra le autorità italiane e la polizia peruviana

Anche se continua a serpeggiare l’ipotesi della vendetta e del ricatto ai familiari per il loro ruolo di primo piano nelle violenze e nei soprusi all’ex hotel Astor, questa non è l’unica pista al vaglio degli inquirenti che hanno indagando sulla scomparsa della piccola Kataleya. Un’altra ipotesi, infatti, è strettamente legata a una telefonata tra il nonno e il padre della bambina fatta pochi giorni dopo la sparizione. Nonostante lo stesso padre di Kata avesse riferito ai militari la telefonata, con il trascorrere del tempo cominciano a essere diffusi altri dettagli che spiegano cosa abbia spinto gli inquirenti ad aprire un nuovo fronte di indagine.

“È già qui in Perù, ci penso io”, è il nucleo centrale della telefonata, partita dal carcere in cui il nonno della bimba è detenuto. “Sta bene, l’hanno rapita per errore”, ha continuato l’uomo.

Anche se l’intera vicenda appare confusa e disseminata di misteri, la nuova pista sembra fare perno su elementi concreti, tra i quali figura, ad esempio, la registrazione della chiamata. Per questo motivo, è emerso che le autorità italiani sono in stretto contatto con le forze di polizia peruviane per verificare l’eventuale arrivo della bambina nel Paese.

La speranza

Che Kata possa trovarsi in Perù non è soltanto una ipotesi ma anche – e forse soprattutto – una speranza dato che gli altri scenari possibili, a oltre due mesi dalla sparizione, lasciano presagire scenari ben lontani da un lieto fine.

In attesa di scoprire se la piccola sia stata portata o meno nel Paese sudamericano, i carabinieri del nucleo investigativo e del Ros stanno continuando ad indagare nel contesto familiare. Recentemente, su mandato della pm della Dda Christine Von Borries e del pm Giuseppe Ledda, sono stati sequestrati i cellulari al padre, alla madre e ad altri cinque familiari della bimba. Nessuno di loro, però, è indagato nella scomparsa. Nessuna accusa, inoltre, è stata rivolta neppure allo zio materno e al boss Carlos, arrestati per il tentato omicidio di un ecuadoregno che si è consumato all’ex Astor lo scorso 28 maggio. I due, tuttavia, erano stati perquisiti anche rispetto al presunto rapimento della piccola Kata.