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Strage di Brandizzo, analizzata la scatola nera che scagiona il macchinista

treno

Il treno viaggiava a 160 chilometri orari e aveva il semaforo verde, sarebbe stato impossibile frenare

Non si fermano le indagini per far luce su quanto accaduto a Brandizzo il 30 agosto, dove hanno perso la vita cinque operai che stavano lavorando alla manutenzione di un tratto di binari.

Analizzata, dagli esperi della procura di Ivrea, la scatola nera del treno e, stando a quanto trapelato al momento, sembra che il treno viaggiasse a 160 chilometri orari.

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Scagionato il macchinista

La velocità del convoglio sarebbe stata sostenuta da almeno 30 chilometri prima di arrivare sul posto dove è avvenuta la strage e, proprio per questo, sarebbe stato impossibile per il macchinista che guidava il treno evitare di travolgere gli operai nonostante avesse tentato di frenare.

A scagionare il macchinista anche il ‘semaforo verde‘ che non avrebbe segnalato quindi nessun allarme.

Gli indagati

Sono sei le persone che risultano indagate dalla procura di Ivrea: i primi due sono Antonio Massa, 48 anni e tecnico di Rfi, che avrebbe ammesso di aver dato il via libera ai lavori nonostante sapesse che la linea non fosse interrotta e Andrea Girardin Gibin, 53 anni e caposquadra della Sigifer.

Gli altri quattro indagati sono persone che lavorano per Sigifer, l’azienda incaricata di eseguire i lavori di manutenzione.

Per tutti l’ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario.

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