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Strage Las Vegas: New York Times smentisce le fake news circolate sul web

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Il New York Times smentisce le fake news della strage di Las Vegas: sui social circolano false verità sull'attentatore, sull'Isis, sulle armi utilizzate e sulle vittime. Ecco quali.

Strage di Las Vegas: false notizie sul web smascherate dal New York Times. Il popolare quotidiano americano ha fatto una lista delle fake news che sono circolate in rete nelle ore successive al massacro avvenuto al concerto country di Las Vegas. Cosa è davvero successo lunedì sera all’Harvest Festival? La ricostruzione degli eventi fatta dal New York Times parte dalla decostruzione delle fake news: nessun collegamento con l’Isis, nome dell’attentatore sbagliato, vittime inesistenti. Ecco i cinque punti presentati dal quotidiano newyorkese che fanno chiarezza sulla più grave sparatoria degli Stati Uniti.

Lo stragista

Gli utenti dei social media hanno diffuso notizie sull’identità dello stragista, prima che arrivassero le fonti ufficiali della Polizia. Non era lui. Il web aveva, infatti, incolpato un certo Geary Danley invece che Stephen Paddock. A dare la notizia un post, poi rimosso, di un blog di estrema destra – The Gateway Pundit – che aveva descritto Danley come un tipo strano, partendo dal fatto che sul suo account Facebook ci fossero tracce di politiche liberali. Le notizie, come spiega il New York Times, potrebbero essere partite da un account falso nella piattaforma 4chan.

L’Isis

Sui social l’Isis ha rivendicato l’attacco, dichiarando che l’attentatore si era recentemente convertito all’Islam. L’Fbi ha subito smentito tutto: nessuna delle prove finora analizzate dalla Polizia porta a collegamenti con l’Isis o con gruppi terroristici di matrice islamica o internazionale. Nonostante tutto, rimangono nel web alcuni account di utenti che sostengono la radicalizzazione di Paddock. Secondo Rukmini Callimachi, la giornalista del New York Times che si occupa di Isis, anche l’attacco di Manila sarebbe stato rivendicato dall’Isis du Twitter, anche se non vero.

La complice

In uno dei video che sono circolati su YouTube una delle persone presenti al concerto sulla Route 91 ha affermato di aver sentito una donna gridare: “Morirete tutti”. La donna si sarebbe rivolta ad un gruppo di ragazzi e sarebbe, dunque, stata a conoscenza dell’attentato. Sui social si è subito pensato alla moglie di Paddock, Marilou Danley. La Polizia ne ha però smentito un coinvolgimento diretto, alla luce del fatto che al momento dell’attentato si trovasse fuori dal Paese.

Le vittime

Foto e nomi di estranei che sono stati identificati come vittime della strage di Las Vegas. Oltre ai messaggi di parenti e persone preoccupate per la sorte die loro cari, sui social sono comparse anche foto di presunti morti o scomparsi non corrispondenti al vero. Ad esempio un calciatore tedesco, una pornostar, una star dei social media e un messicano sospettato di omicidio.

Le armi

La legge sulle armi di Las Vegas crea confusione“, anche questo uno dei punti toccati dai social network. Sono in molti, infatti, a sostenere l’illegalità delle armi automatiche a Las Vegas. Il New York Times, quindi, chiarisce alcuni aspetti fondamentali, a partire dal fatto che nessuno conosce il tipo di arma utilizzato da Paddock e quindi trarre conclusioni è impossibile. Inoltre, le armi sono fuori legge dal 1986, ma nel 2015 ne erano ancora registrate negli Stati Uniti ben 175.000 esemplari.