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Colorno: la triste storia di sofferenza nel manicomio abbandonato

Colorno: la triste storia di sofferenza nel manicomio abbandonato

Colorno il manicomio abbandonato ancora sembra far parlare le sue mura. Non c'è più niente dentro se non le anime di tanti sofferenti.

Colorno

Colorno: la triste storia di sofferenza nel manicomio abbandonato

Entrare nel manicomio di Colorno significa entrare in un posto carichissimo di emozioni. Fu chiuso nel 1979 con la legge Basaglia. All’ingresso ci sono ammassati coperte, carrozzine, deambulatori e documenti sparsi. L’intonaco è secco e sul muro ci sono dei graffiti di Herbert Baglione. Il cortile interno è impraticabile completamente invaso da arbusti ed erbacce. In questo grande complesso all’interno è facile perdersi. I corridoi sono bui e passa pochissima luce attraverso le finestre. Un grande senso d’inquietudine si prova quando si entra in questo luogo di follia. Tra queste mura tante storie sono passate, molto dolore e disperazione. Di solito chi veniva ricoverato qui non tornava più alla vita normale. Di solito le persone ricoverate venivano dimenticate da tutti e così era come se sparissero.

Vita nel manicomio

Colorno: la triste storia di sofferenza nel manicomio abbandonato

Gli psichiatri che lavoravano presso quest’istituto erano liberi di sperimentare. Venivano provati nuovi trattamenti sui pazienti ricoverati. Alcune pratiche erano l’elettroshock, la lobotomia frontale ecc. I medici in questo modo si sentivano degli innovatori e degli sperimentatori. I malati in questo modo non erano più considerati persone. Oggi in queste stanze non rimane più nulla del passato. Al massimo si può trovare qualche deambulatore o carrozzina. Tutti gli schedari che contenevano le schede dei pazienti sono pieni. Molte schede sono abbandonate sui pavimenti e gli arredi portati via. Questo manicomio entrò in funzione nel 1873 dopo l’epidemia del colera. Questo antico palazzo ducale fu adibito subito ad ospedale per i malati. Doveva essere una cosa temporanea ed invece divenne una dimora definitiva.

Malati

Colorno: la triste storia di sofferenza nel manicomio abbandonato

All’interno si trovavano più di mille malati ma c’erano anche prostitute, alcolizzati e vagabondi. Ci si potevano trovare anche i bambini piccoli nella struttura. I corridoi erano tutti uguali e gli spazi organizzati in compartimenti stagni. I pazienti erano molto disorientati mentre giravano tra i piani. Le celle piccolissime portavano subito a soffrire di claustrofobia. Dovevano stare lì tutto il giorno senza altro dove andare. Le porte portano ancora i segni fatti dai pazienti. I graffi portano a pensare alla disperazione di chi era costretto a stare lì chiuso. Alcune celle avevano la porta blindata ed una sola fessura in vetro. Quelle erano le celle per i cosiddetti “malati gravi“.

Colorno e Herbert Baglione

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Il manicomio è tornato a far parlare di se quando Herbert Baglione ha deciso di dipingere i muri. Il famoso street artist brasiliano ha creato il suo progetto “1000 Shadows“. Sui muri ha dipinto ombre nere e spettri sinistri per rappresentare le anime un tempo intrappolate. Anche altri artisti hanno portato la loro arte all’interno del manicomio. Fuori dallo stabile c’è un piccolo obitorio Il tavolo per l’autopsia di marmo si trova al centro della stanza. I decessi per mancanza di cure non si contavano in quel luogo. Un manicomio nessuno lo vorrebbe esplorare ma invece ci sono dei bravissimi professionisti che lo fanno. Vuoi per chè sono amanti dei luoghi abbandonati o vuoi perchè amano non lasciare nel dimenticatoio queste storie.