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Anna Frank, ricostruite due pagine del diario

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“Il Diario di Anna Frank”, decifrate due pagine inedite del famoso libro dell’adolescente vittima della Shoah: le curiosità sessuali di una ragazzina.

Il Diario di Anna Frank è un’opera letteraria che non finisce mai di affascinare per via del suo valore storico legato alla Shoà. Ora i media israeliani rivelano la ricostruzione di due pagine inedite del libro, nato dagli scritti dell’adolescente tedesca di religione ebraica, destinata a morire di tifo a quindici anni nel Campo di concentramento di Bergen – Belsen il 12 marzo del 1945.

Le nuove pagine contengono le curiosità e le scoperte sessuali di una ragazzina, quelle sui rapporti con l’altro sesso e le sue prime esperienze personali con il ciclo mestruale;e considerazioni sulla prostituzione e sulla possibilità che lo zio materno di Anna, Walter Hollander, fosse omosessuale.

Le due pagine sono state decifrate dalla Fondazione Anna Frank di Amsterdam, dove la famiglia della ragazzina si rifugiò per sfuggire alla deportazione. Il testo era stato coperto, non si sa perché, dalla stessa autrice con una carta marrone incollata e in due anni, grazie a un lavoro effettuato anche mediante avanzati strumenti tecnologici, ricostruito con la collaborazione degli Istituti Hyugens e NIOD dediti agli studi su guerra, Olocausto e genocidi.

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I dettagli

Presumibilmente, Anna scrisse queste due pagine del “Diario” il 28 settembre del 1942: si trovava ad Amsterdam da tre mesi. Sulle “materie sessuali”, questa è la definizione da lei usata, la giovane riportava anche alcune barzellette (più o meno di buon gusto, ma non volgari). Per quanto riguarda “lo zio Walter”, la nipotina pensava fosse evidentemente attratto dagli uomini.

L’adolescente parlava delle case di tolleranza che esistevano a Parigi, perché suo padre Otto era stato nella capitale francese e le aveva viste: il rapporto tra uomo poteva includere anche questo, osservava Anna. Lo stare insieme era un piacere per entrambi, ma per la donna “meno”, scriveva.

Il “Diario” racconta di una ragazzina che spera ancora di salvarsi dall’orrore nazista e che, per quanto possibile, cerca di vivere spensieratamente. Dall’opera (scritta su due taccuini dal 12 giugno del 1942, giorno del 13° compleanno di Anna, al 1° agosto del ’44, tre giorni prima della deportazione), traspare ottimismo e fiducia nell’umanità.

Il diario

La dichiarazione dello studioso

Commentando i reperti ricostruiti, Ronald Leopold, direttore della Fondazione Anna Frank, spiega che la giovanissima autrice “ha scritto sulla sessualità in modo disarmante”, dimostrando di essere curiosa su questo tema come ogni altro adolescente. Cosa che qualcuno, all’epoca, forse avrebbe potuto ritenere scandalosa, visto che la stessa Anna aveva scoperto quelle (innocenti) pagine.

Ronald Leopold