> > Cosa accadde nella Strage di Beslan

Cosa accadde nella Strage di Beslan

strage beslan

Nel settembre 2004 32 terroristi tennero in ostaggio 1200 persone in una scuola per 3 giorni. L'intervento delle autorità peggiorò la situazione.

Nell’aprile del 2017 la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo condannava la Russia per le negligenze che avevano contribuito a causare ulteriori vittime nella Strage di Beslan, durante il quale un gruppo di terroristi, nel settembre 2004, tenne in ostaggio oltre 1000 persone per diversi giorni all’interno di una scuola, uccidendone oltre 300, tra i quali molti bambini. Guardata oggi, quella pagina nera della storia russa sembra la triste anticipazione dei massacri che ricorrono ormai abitualmente in molte scuole, specialmente negli Stati Uniti.

Strage di Beslan, l’accaduto

Era l’1 settembre del 2004, per la Scuola Numero uno di Beslan, cittadina situata nell’Ossezia del Nord, e per i suoi studenti, doveva essere un semplice primo giorno di scuola, così come in molti altri istituti del Paese.

Eppure fin dalle prime ore della mattina cominciò una vicenda tragica, destinata a rimanere impressa tra le pagine più nere della storia russa.

L’inizio dell’anno scolastico è anche chiamato in Russia “giorno della conoscenza“, un evento a cui partecipano anche genitori e parenti degli scolari, e durante il quale gli studenti più giovani omaggiano con un fiore quelli dell’ultimo anno e si fanno accompagnare da loro nelle proprie classi.

In questo contesto, con la scuola di Beslan gremita di gente, cominciò l’attacco di 32 terroristi ceceni che arrivò all’istituto con due furgoni, uno dei quali rubato alla polizia, vestendo passamontagna e cinture esplosive e assaltò l’edificio, riuscendo presto a prendere in ostaggio circa 1200 persone che si trovavano nella scuole e furono ammassate dentro una palestra.

Qui i terroristi ritirarono i cellulari e imposero le loro regole, minacciando di uccidere chi fosse stato scoperto con un telefono non consegnato o chi comunicasse in una lingua diversa dal russo. Era l’inizio di un incubo che sarebbe durato tre giorni, con gli ostaggi tenuti rinchiusi nel caldo della palestra, senza bere, e circondati da esplosivi che il gruppo composto da fondamentalisti islamici e indipendentisti ceceni aveva piazzato praticamente ovunque. Diversi uomini furono inoltre uccisi, e i loro corpi gettati dalla finestra su ordine dei terroristi per dare un segnale alla polizia.

L’intervento delle forze di sicurezza

Al terzo giorno, dopo trattative senza successo, dei medici furono fatti entrare per rimuovere i cadaveri presenti nella palestra, ma delle esplosioni, ad oggi ritenute probabilmente accidentali e causate dagli esplosivi piazzati dai terroristi, diedero via a un vero putiferio.

Nel caos creato dalla detonazione iniziò infatti anche l’intervento delle forze di sicurezza russe, che attaccarono persino con un carro armato. Sebbene un ufficiale russo abbia dichiarato che 31 dei 32 terroristi sono stati uccisi, molti furono i civili che persero la vita anche in seguito all’arrivo delle autorità, i cui colpi finirono in diversi casi per colpire anche gli ostaggi.

Il bilancio finale sarà di 335 morti, 186 di loro minorenni. Un inferno cominciato male e terminato ancora peggio, nel quale la Corte europea dei diritti dell’uomo ha infine voluto sottolineare la responsabilità delle autorità, ree di aver aumentato il numero delle vittime con un intervento considerato negligente.