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Giulio Regeni, 3 anni dal rapimento: fiaccolate in 100 piazze

Giulio Regeni

La verità sull'uccisione di Giulio Regeni è ancora lontana. Organizzate fiaccolate in tutta Italia. Roberto Fico sarà a Fiumicello.

Sono passati tre anni dalla sparizione in Egitto di Giulio Regeni, ritrovato poi ucciso (il 3 febbraio 2016) a seguito di tremende torture. Alle ore 19:41 del 25 gennaio 2019 in oltre 100 piazze italiane verranno accese mille luci per ricordare la sparizione del ricercatore italiano. A Roma l’evento, organizzato da Amnesty International, si svolgerà in piazza di Montecitorio. Il presidente della Camera Roberto Fico annuncia invece che parteciperà alla fiaccolata a Fiumicello, “per non smettere di chiedere ogni giorno, con forza, verità per Giulio Regeni”, come scrive sui social.

Verità per Giulio Regeni

Roberto Fico nel novembre 2018 ha annunciato “che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo”. Pressioni sull’Egitto sono arrivate anche dal Parlamento europeo che, nel dicembre 2018 ha votato una risoluzione in cui si chiede “lo stop delle esportazioni di tecnologie di sorveglianza”.

“Noi proseguiamo a coltivare una speranza: che quell’insistere giorno dopo giorno a chiedere la verità, quelle iniziative che quotidianamente si svolgono in Italia e non solo producano il risultato che attendiamo: l’accertamento delle responsabilità per la sparizione, la tortura e l’uccisione di Giulio. Quella verità la deve fornire il governo egiziano e deve chiederla con forza quello italiano” ha dichiarato in una nota ufficiale Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.

I depistaggi

Fin da subito, in Egitto, si è parlato di “delitto di Stato” in merito all’ennesima sparizione-tortura-uccisione avvenuta nel Paese, anche se stavolta a farne le spese è stato un cittadino italiano. Amnesty denuncia da sempre come sul caso ci siano stati, e ci sono ancora, tentativi di “depistaggio”. A tre anni di distanza dall’omicidio, non sono per esempio ancora disponibili le immagini riprese il 25 gennaio 2016 dalle telecamere a circuito chiuso installate nella zona in cui Giulio Regeni scomparve.

Una prima vera svolta avviene il 29 novembre 2018, quando la Procura di Roma iscrive nel registro degli indagati sette agenti dei servizi segreti egiziani (del National Security). Nei loro confronti i pubblici ministeri contestano il reato di sequestro di persona.