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Donna dichiarata guarita torna positiva, il primario: "Non è reinfezione"

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Una donna valdostana, dichiarata guarita lo scorso 24 aprile, è tornata positiva al coronavirus, ma i medici escludono la reifezione.

Prima Hong Kong, poi gli Stati Uniti, ora, forse, anche l’Italia. Aumentano i casi nel mondo di pazienti che apparentemente hanno sconfitto il coronavirus, per poi risultare nuovamente infetti. Questa volta siamo ad Aosta, dove una donna dichiarata guarita lo scorso 24 aprile è tornata positiva: la conferma è arrivata quando la paziente è stata sottoposta ad alcune analisi, dopo essere stata ricoverata all’ospedale Parini del capoluogo valdostano per altre patologie. Il primario di malattie infettive, Alberto Catania, esclude però l’ipotesi di una reinfezione.

Dichiarata guarita torna positiva: reifezione?

“Probabilmente non è una riattivazione del virus, ma la paziente ha ancora dei residui virali che sono stati riscontrati dal tampone. Non può essere una reifezione perché ha gli anticorpi” spiega il dottor Catania. Proprio la capacità dell’organismo umano di sviluppare anticorpi in grado di combattere il virus SARS-CoV-2 è alla base del duro lavoro di ricerca dei laboratori di tutto il mondo per sviluppare un vaccino.

Il primario ha inoltre precisato che “la paziente è giunta ieri (domenica 30 agosto, ndr) in ospedale. In un primo momento è stata collocata in un altro reparto. Una volta scoperta la positività è stata trasferita nel reparto infetti ed è stata isolata“.

Un episodio probabilmente diverso, dunque, da quello registrato a Hong Kong, dove i ricercatori dell’Università hanno riscontrato il primo caso confermato di reinfezione: si tratta di un uomo di circa 30 anni, risultato nuovamente positivo al coronavirus mentre stava facendo ritorno in patria da un viaggio in Spagna. Già nel mese di luglio, tuttavia, uno studio dei ricercatori del King’s College di Londra ha ventilato un’ipotesi preoccupante per la lotta alla malattia: l’immunità al Covid potrebbe durare solo pochi mesi.