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Djiokovic contro la WADA per il test antidoping prima del match con Norrie: “Un uomo mi segue ovunque per ore”

Djokovic furioso test antidoping

Novak Djokovic è diventato furioso dopo aver scoperto con scarso preavviso di un test antidoping prime del match contro Norrie. I dettagli.

Il campione del mondo di tennis, Novak Djokovic è diventato furioso dopo aver appreso con quasi nessun preavviso di doversi sottoporre a un test antidroga nell’immediato prepartita con Cameron Norrie. Cosa è successo?

Djokovic furioso per il test antidoping prima del match con Norrie

Dopo il successo alle Finals, Djokovic punta alla Coppa Davis e si prepara ad approdare in Italia. nel corso della sua carriera, ha vissuto ogni genere di esperienza. O quasi. Ciò che al tennista è capitato poco prima del match con Norrie, in effetti, non gli era mai accaduto prima. Il campione, infatti, è andato su tutte le furie a causa dello scarso preavviso relativo a un problema legato a un controllo antidoping a sorpresa. Facendo riferimento all’accaduto, ha denunciato la gestione scandalosa della situazione e si è scagliato contro la WADA.

Il nervosismo di Djokovic è trapelato anche sul campo da gioco durante la semifinale e in occasione della conferenza stampa post partita. In questa circostanza, ha fatto capire di essere molto infastidito per quanto gli era successo nei novanta minuti che hanno preceduto il match.

La conferenza stampa

Poco prima della partita, a Djokovic è stato riferito che avrebbe dovuto effettuare un test antidoping a sorpresa. Così i rappresentanti dell’Agenzia antidoping mondiale (WADA) si sono presentati con la richiesta del test.

Lo scarso preavviso ha innervosito il tennista serbo che si è poi sfogato, denunciando l’episodio. “Non ho ancora fatto un controllo antidoping completo, mi devono ancora prelevare il sangue. C’è un uomo che ora è seduto in un angolo che mi segue per ore”, ha tuonato il campione.

“Ho avuto una discussione con lui perché in venti anni di carriera non mi era successa prima. Ho ricevuto una notifica un’ora e mezza prima della partita. Ho la mia routine e non ho bisogno di distrarmi”, ha aggiunto. “Non posso pensare al prelievo di sangue né pensare se potrò donare un campione di urina. La loro è una decisione del tutto illogica”.

Il racconto

Sottolineando l’assurdità e l’illogicità della situazione, Diokovic ha dichiarato: “Mi hanno detto che tra i motivi per questo controllo adesso c’era l’idea darci più tempo per riposarci, ma c’è una giornata di pausa. Inoltre. gli agenti dell’agenzia antidoping non restano fino a tarda ora”.

Il campione ha, poi, specificato di non avere alcun problema con i test antidoping ma di essersi agitato per la decisione di effettuare l’esame nell’immediato prepartita. “Sono favorevole a testare me stesso o chiunque altro: se è necessario cento volte, non è un problema, ma non prima della partita. Quando avrò finito, vieni, prova, non ho visto alcuna ragione o logica, ma è quello che è – ora darò il sangue, ma spero che cambino tali decisioni. È una vergogna quello che hanno fatto”, ha detto.

“È anche interessante che WADA sia una società privata, bisognerebbe discutere se dovremmo avere una nostra agenzia all’interno dell’ecosistema del tennis e non assumere qualcuno dall’esterno. Probabilmente sarà frainteso, ma questo è scandaloso, ci sono dei limiti e della comprensione, e si comportano come se non capissero nulla di quello che sta succedendo qui, che è sport”, ha concluso.