> > Enrico Ruggeri: "Mio padre era assente. La sinistra? Prima era omofoba"

Enrico Ruggeri: "Mio padre era assente. La sinistra? Prima era omofoba"

Enrico Ruggeri intervista

Enrico Ruggeri si è raccontato a in un'intervista. Molti i punti affrontati a cominciare dagli anni giovanili.

Due festival di Sanremo vinti, uno nel 1987 con “Si può dare di più”, brano interpretato insieme a Gianni Morandi e Umberto Tozzi e uno nel 1993 con il grande successo “Mistero” senza contare le canzoni nelle quali compare come autore, a cominciare da “Quello che le donne non dicono”, scritta in coppia con Luigi Schiavone e prodotta da Celso Valli… ridurre la carriera di Enrico Ruggeri in poche righe risulta quanto mai difficile.

L’artista si è raccontato a tutto tondo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Molti i momenti della sua vita che ha scelto di condividere come il legame con il padre del quale ha ricordato che era assente: “è morto di depressione”, ha spiegato.

Enrico Ruggeri si racconta in un’intervista: “Mio padre è sempre stato assente”

Proprio parlando del padre, Ruggeri ha anche raccontato che non ha mai lavorato nella sua vita: “Ha dilapidato un patrimonio di generazioni. Ma lo ringrazio perché io sono cresciuto con il disprezzo del denaro tipico dei ricchi e provo la rabbia che anima i poveri. Intendiamoci, non ero povero, appartenevo alla piccola borghesia, ma avevo zie super snob, respiravo il gusto del bello, l’aria da signori pur non essendolo”.

Il cantante ha rivelato che dai genitori non è stato appoggiato nel suo percorso nel mondo della musica, ma nemmeno ostacolato: “Mia madre è andata avanti a pagarmi le tasse dell’università fino all’87. Quando ho vinto Sanremo con Si può dare di più ha capito che non avrei finito Giurisprudenza”.

“C’erano anni in cui la sinistra era omofoba…”

In molti potranno non ricordare che la carriera di Enrico Ruggeri è partita da lontano ossia dagli Champagne Molotov, gruppo attivo negli anni ’70 e il cui nome verrà ripreso nel 1981 con la pubblicazione del suo primo album: “Ho cominciato con gli Champagne Molotov. Il nome dichiarava l’intento: siamo incazzati ma abbiamo stile”.

Ha poi raccontato un aneddoto di quegli anni giovanili: “Ricordo una volta in tram, avevo un album di David Bowie, venni fermato da alcuni “compagni” che mi chiesero: perché ascolti quel fr***o qualunquista? In quegli anni la sinistra era omofoba, oggi non lo ricorda più nessuno, ma era così”.

“Andavo in giro con un pitone per fare colpo”

Non ultimo ha ricordato quando, per fare un colpo, andava in giro con un pitone: “Appartengo a una generazione in cui dovevi essere diverso per rimorchiare, mentre oggi gli adolescenti sono tutti uguali; io ogni cento metri vedo uno che scambio per mio figlio. Allora invece il pensiero era diverso: devo fare qualcosa che non fa nessuno. Il pitone lo aveva Alice Cooper, Alex di Arancia Meccanica… E poi funzionava”.