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Coronavirus, il Libano torna in lockdown: fallita la fase 2

Libano, lockdown per Coronavirus

Il Coronavirus non risparmia il Libano: ritorno al lockdown dopo pochi giorni di riprese delle attività. Stop fino a lunedì 18 maggio.

La fase 2 in Libano non ha portato i risultati che ci si aspettava: a causa di un rialzo improvviso della curva dei contagi da Coronavirus, il governo ha decretato un ritorno al lockdown dalle ore 19 di oggi, 13 maggio fino alle 5 del mattino di lunedì 18.

Libano, ritorno al lockdown per il Coronavirus

Nel corso di aprile erano state autorizzate graduali riaperture. Il 4 maggio scorso, invece, era ufficialmente cominciata la fase 2, scandita in cinque tappe diverse, caratterizzate ognuna da una riapertura di un settore. L’ultima tappa consisteva nella formale riapertura dell’aeroporto di Beirut.

Purtroppo così non è stato: “Negli ultimi giorni il tasso di contagio ha accelerato“, sostiene il premier libanese Hassan Diab, affermando che “in quattro giorni sono avvenuti oltre 100 nuovi contagi”

Il numero complessivo di contagi da Coronavirus in Libano, avvenuti durante e dopo il lockdown, è ora di 890 casi ufficiali. 26 i morti.

Si può uscire solo per casi urgenti

Sono escluse attività relative alla sanità, agricoltura, industria alimentare e manifatturiera, afferma la ministra dell’Informazione Manal Abdel Samad. “I cittadini dovrebbero stare a casa ed evitare di andare fuori eccetto che per casi urgenti”, ha poi sottolineato.

Stando alle ultime direttive, le scuole dovrebbero riaprire il 28 maggio, ma solo le medie e superiori. La riapertura dell’aeroporto è ora slittata all′8 giugno, ma il governo ha precisato che si tratta di date indicative da definire a seconda della situazione medico-sanitaria.

I rimpatri: un motivo di contagio?

I contagi sono avvenuti anche tra i libanesi rientrati in patria in massa nelle ultime settimane. L’opinione, portata avanti di media locali è stata poi confermata dallo stesso premier Hassan Diab: l’aumento del numero di positivi sarebbe stato causato da una cattiva gestione nei rimpatri dei libanesi all’estero.