> > Gibbeting, la tortura medievale della gabbia sospesa in uso fino al XIX secolo

Gibbeting, la tortura medievale della gabbia sospesa in uso fino al XIX secolo

gibbeting

Il Gibbeting fu una tremenda tortura medievale dove il condannato veniva rinchiuso in una gabbia sospesa esposta al pubblico

 

Old Parr Lane a Banbury nell’Oxfordshire è un luogo dalla tipica atmosfera inglese. Bellissimi giardini, case in mattoni a vista e portoncini d’ingresso verniciati di colori accesi. Forse pochi dei suoi abitanti conoscono l’origine del nome “Parr”. Quest’ultimo, infatti, era un omicida che venne impiccato nel 1746 e il cui cadavere fu chiuso in una gabbia di ferro, la cosiddetta Gibbeting. L’uomo fu poi lasciato a marcire su un palo ai bordi della strada.

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Quella della gabbia sospesa, in inglese gibbeting, ovvero “ingabbiamento”, è un sistema di tortura che affonda le sue radici nel medioevo. A seconda delle diverse zone d’Europa in cui fu utilizzato, esso cambiava anche in modo radicale. In Italia, ad esempio, le gabbie erano più ampie e non realizzate con le fattezze di un uomo. Si veda ad esempio quella ancora presente all’ingresso del Borgo Medievale di Corciano in Umbria. In Inghilterra o in Germania, invece, le gabbie venivano spesso realizzate con la sembianza di un essere umano, così che il condannato non potesse muoversi.

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Gibbeting: le origini della tremenda tortura

La gabbia sospesa poteva essere uno strumento di tortura ma anche di esecuzione. Diventava inoltre un sistema di deturpamento e di esposizione del cadavere. Il corpo del deceduto veniva squartato e ricomposto all’interno della gabbia. Fra i principali esperti mondiali del “Gibbeting” c’è la professoressa Sarah Tarlow, a capo del progetto di ricerca Harnessing the Power of the Criminal Corpse. “Le gabbie a forma di persona erano progettate per tenerne insieme i resti. Per far assumere loro una postura umana”, dice l’esperta. La quale ha catalogato e numerato in tutta l’Inghilterra le gabbie sospese, dove se ne sono conservate solo sedici.

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“Uno degli aspetti più interessanti del gibbeting è che non era un’usanza comune. Quando essa veniva usata era molto impressionante per tutta la popolazione” afferma la Tarlow. In Inghilterra le esecuzioni con la gabbia sospesa non furono molto numerose. Ma nonostante ciò, fra il 1752 e il 1832 vennero uccisi con questa modalità ben 134 uomini. Nel 1834 l’esecuzione con la gabbia sospesa venne abolita.

Nel momento in cui veniva eretta una gabbia, si radunava una folla di molte persone in festa per l’occasione. Una volta che il condannato moriva, il puzzo di putrefazione rendeva insopportabile sostare nelle sue vicinanze. Quando soffiava il vento, poi, anche abitare nelle vicinanze di una gabbia sospesa poteva diventare un vero supplizio.

Gibbeting: l’usanza si protrae fino all’Ottocento inoltrato

Le gabbie potevano restare sospese a tempo indefinito, spesso per decenni. I cadaveri si tramutavano così presto in scheletri, presenze orribili ai margini della strada. Rimuovere le gabbie era vietato, anche se farlo sarebbe stato comunque molto difficile. I condannati si trovavano infatti sospesi a molti metri d’altezza, fissati a terra con dei grossi pali in legno. Nel 1834 nei paesi anglosassoni l’esecuzione mediante “Gibbeting” venne ufficialmente abolita. Allo stesso modo venne vietata anche la macabra esposizione dei cadaveri nelle gabbie. Di loro rimangono solo i nomi delle strade, come appunto la vecchia “Old Parr Lane”. In Italia, a Mantova e a Piacenza, le gabbie sospese costituivano una particolare forma di detenzione. Qui i condannati venivano lasciati alle intemperie nella piazza cittadina.