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Intervista a Osvaldo Di Dio: "Vi svelo didio, progetto da cantautore"

Intervista a Osvaldo Di Dio

Nell'intervista a Osvaldo Di Dio, il chitarrista ci ha raccontato il suo progetto da cantautore e le collaborazioni decennali con De André e Battiato

Eros Ramazzotti, Cristiano De André, Franco Battiato: a neanche 40 anni ha suonato con molti big della musica italiana. In ambito internazionale ha collaborato con Francesco Cameli (Ed Sheeran, Adele, Queen, Duran Duran), Craig Bauer (Ed Sheeran, Justin Timberlake, Kanye West) e Chris Kimsey (The Rolling Stones, Led Zeppelin, Peter Frampton, B.B.King, Marillion, ELP). Ora il chitarrista, che ama la musica rock, i sound anni Ottanta, gli arrangiamenti blues, è uscito con il nuovosingolo “Mi Gira La Testa”. Nell’intervista a Osvaldo Di Dio, il chitarrista ci ha raccontato il progetto “didio”, la passione per la bella musica e per quel profondo cantautorato che ha lasciato il segno nello storico panorama musicale della tradizione italiana.

Ha partecipato al concerto “Pino è”, accompagnando sul palco gli artisti ospiti dell’evento in ricordo dell’ineguagliabile poeta e cantante napoletano. Con il figlio del più grande cantautore genovese, invece, ha realizzato l’arrangiamento del brano “La guerra di Piero” contenuto nell’album “De André canta De André volume 3”, considerato un capolavoro dal pubblico e dalla critica. Poi, nelle vesti di direttore musicale, chitarrista e arrangiatore, ha partecipato al tour Storia di un impiegato di Cristiano De André, con il quale vanta una collaborazione ormai decennale.

Con il suo carisma e la sua gentilezza travolgente, ci confida il suo attaccamento per la città di Milano, dove vive da ormai vent’anni e dove ha conseguito la laurea al conservatorio Giuseppe Verdi, con una tesi su Jimi Hendrix. Al contempo, non nasconde il suo eterno amore per Napoli, la città di cui è originario. Offre saggi consigli indirizzati a tutti coloro che vorrebbero seguire la sua strada facendosi largo nel districato panorama musicale e svela alcuni sogni nel cassetto.

Intervista a Osvaldo Di Dio, la passione per la musica

Una passione che nasce quando era molto piccolo. Prima gli strumenti a fiato, poi il pianoforte. Da metà anni Novanta anche la chitarra, con cui ha cercato di suonare le canzoni di Pino Daniele, idolo dei tempi e intramontabile talento. Poi il trasferimento a Milano, nel 1999. Nella città meneghina, ci spiega Osvaldo, “ho iniziato a studiare. Dopo un’infarinatura generale, molto istintiva, ho iniziato uno studio alla Leopardi. Da sempre Milano è la città in cui c’è il music business”. Quindi ci ha svelato: “Inizialmente sognavo una carriera da cantautore. Tuttavia, rientrato in Italia da un viaggio a Londra e acquisti i sound più in voga al momento, mi sono ritrovato a fare il chitarrista”. Da quel momento un percorso in ascesa, fatto di collaborazioni con big della musica come De André e Battiato.

Quale il genere musicale che più lo rappresenta? “La risposta varia a seconda del momento storico. Per il mio ultimo progetto, “didio”, mi sto rifacendo alla musica italiana degli anni ‘80, con particolare attenzione a Battiato e Alice”, con cui ha collaborato in prima persona e dai quali “ho carpito gli elementi principali di questo genere, il quale è stato poi aggiornato, rivisto a seconda dell’attuale contesto storico nel quale viviamo”, ci ha spiegato.

“La cosa importante è capirsi e scrivere per sé. Il bello del mondo del cantautore è scrivere brani che mi stanno addosso. Vale anche per Franco Battiato: la sua voce è un flauto, ma se quei pezzi non avessero la sua voce, non produrrebbero lo stesso risultato”

Il progetto “didio”

Sul suo nuovo singolo “Mi gira la testa” ha dichiarato: “Il brano parla della frenesia e della velocità del tempo che viviamo. Tutti cercano di dettare il tempo degli altri. Non abbiamo neanche il tempo di addormentarci che siamo subito tartassati di email e messaggi”. Il protagonista del suo brano “vive e subisce il vortice di informazioni in cui siamo risucchiati ogni giorno. Prova però a fermarsi un attimo per osservare le persone per quello che è il loro lato più umano, cercando di coglierne gli sguardi e i sogni. Tutto intorno gira velocemente non permettendogli di farlo”. Per sottolineare lo stato d’animo frenetico in cui si ritrova il protagonista, l’autore ha voluto “arricchire il riff che avevo in mente con l’elettronica e gli arpeggiatori, seguendo il metodo che imparai da Franco Battiato nel periodo in cui lavorai con lui”.

Intervista a Osvaldo Di Dio

Ma come contrastare la frenesia d’oggi, imparando a godere anche delle più piccole gioie che addolciscono la nostra routinaria quotidianità? “La soluzione è facile: basta dire soltanto un no”. E ancora: “Dobbiamo imparare a dettare noi i nostri tempi e non farceli imporre dagli altri”.

Ai nostri microfoni ha svelato: “Nel progetto didio ho messo tutto me stesso. Suono tutti gli strumenti: suono basso e chitarra, programmo l’elettronica”. Sul suo progetto ci ha spiegato: “Ogni brano è stato fatto per stare in piedi da sé, per essere ascoltato più volte”.

Intervista a Osvaldo Di Dio

La fragilità dei nostri tempi

“Nessuno ti insegna a perdere”, recita una strofa di “Mi gira la testa”. Una frase emblematica ed esaustiva, assolutamente rappresentativa dei tempi in cui viviamo.

Nell’intervista a Osvaldo Di Dio, abbiamo sottoposto la riflessione all’autore del brano, che ci ha spiegato: “La scuola, alcuni degli stimoli quotidiani, ti preparano per vincere. Invece, inesorabilmente ciascuno di noi cade una o più volte nella vita. Sono tutti bravi a dirti cosa fare quando tutto va bene, ma quando le cose iniziano a prendere una rotta contraria, nessuno proferisce parola”.

Le collaborazioni con i big della musica italiana

Una carriera fatta di sacrifici, porte in faccia, dedizione, perseveranza e tanta costanza. Fino ai traguardi più belli, fino a salire sul palco insieme a Cristiano De André e Franco Battiato.

Lo abbiamo stuzzicato chiedendogli di condividere qualche aneddoto. A tal proposito, il chitarrista e cantautore napoletano ci confida ridendo: “Con De André ho talmente tanti aneddoti che al momento non me ne viene in mente nessuno”. E ancora: “Prima che entrassi nella sua band, ero stato sollecitato a mandare una mia registrazione. Quando l’ascoltò, tra una serie di altre registrazioni, fermò tutto chiedendo il mio nome. Quindi esclamò: “Se si chiama Di Dio non possiamo non prenderlo”. Il mio progetto da cantautore si chiama “didio” anche per omaggiare Battiato e questo aneddoto che ci unisce”, ha svelato.

L’amore per Pino e la sua Napoli

“Napoli ha sempre offerto uno scenario in cui diverse culture si incontrano“, ci spiega con orgoglio. “A Napoli, nella base Nato costruita dopo la guerra, musicisti napoletani e soldati americani suonavano il soul, il jazz e il blues. Tutti quelli che avevano accesso a quei concerti o avevano persino la possibilità di suonare insieme a loro assorbivano un linguaggio americano. Pino ha così tratto un blues napoletano tutto suo, frutto di una commistione di genere”. Quindi ha aggiunto: “Napoli è una città estremamente creativa e stimolante”.

Nell’intervista a Osvaldo Di Dio, abbiamo ricordato la sua partecipazione all’evento “Pino è”, in ricordo del compianto cantautore napoletano, “è stata un’emozione enorme”, ci dice Osvaldo non nascondendo la gioia che un ricordo simile è ancora capace di generare. Poi ha svelato i suoi ricordi più cari: “Ho duettato con Eros Ramazzotti: io e lui con due chitarre. È stato persino il momento con maggior share televisivo. L’altro momento più emozionante c’è stato quando Fiorella Mannoia cantava “Terra mia”, accompagnata dallo stadio intero e da tutta la città di Napoli. Per tutta la prima strofa ero da solo a suonare la chitarra”. Ancora emozionato rivela: “Si è trattato di un momento quasi surreale, metafisico: accompagnare la propria città mentre canta una canzone di Pino”.

“Milano, una città straordinaria”

Spinto al Nord dalla voglia di concretizzare quella sfrenata passione che gli scorre nelle vene, abbiamo chiesto a Osvaldo il suo giudizio su Milano. Una città che è patrimonio di opportunità o solo un caos a cielo aperto?

“Negli ultimi anni Milano è sbocciata nuovamente. Una città straordinaria, l’unico posto in cui vorrei stare”.

I consigli agli artisti emergenti

L’importante è imparare a perdere, accettare queste apparenti sconfitte”, è il primo consiglio. Quindi ha aggiunto: “Alla musica bisogna dedicare tutta la propria vita. Ho impiegato 10 anni prima di ottenere dei risultati importanti. Dal 1999 ho aspettato fino al 2009 con il tour “De André canta De André”. Chi è disposto davvero a investire così tanti anni della propria vita senza neppure sapere se ce la farai o no?”, è lo spunto che fa riflettere. “Ci vuole un’ostinazione grandissima e non è da tutti. Non riguarda solo il talento: serve anche personalità e carattere”.

Nell’intervista a Osvaldo Di Dio, abbiamo domandato al cantautore e musicista che suggerimento offre a chi vorrebbe trovare il proprio posto nel districato panorama musicale. “A un giovane direi di intraprendere un percorso simile al mio: iniziare a scrivere canzoni e studiare seriamente uno strumento musicale. Le due strade, o almeno una delle due, porteranno dei risultati”. Quindi ha ribadito: “Serve dedizione, costanza e pazienza. L’esatto contrario del messaggio proposto oggi, per esempio con i Talent, i quali propongono una gloria immediata, trasmettono l’idea del tutto e subito”.