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Massaggi orientali Torino

massaggi orientali

Anche a Torino, come in molte altre città italiane, vengono continuamente aperti nuovi centri massaggi orientali. Ma cosa avviene davvero al loro interno?

Torino è ormai invasa: se i ristoranti cinesi non tirano più, arrivano allora i massaggi orientali a far da padrone. C’è però chi si chiede se si tratti davvero di centri massaggi o di una finta attività per mascherare altro… Ad esempio, dei 7 scelti a caso da un giornale di annunci, i primi 5 centri benessere hanno nomi esotici e una ragione sociale in regola. Alcuni emettono persino fattura, taroccando ovviamente le cifre. Ma un po’ in tutti, quando c’è, la pubblicità riporta anche l’intero listino. Dallo shiatsu al solletico ai piedi, ce n’è per tutti i gusti e le tasche, con prezzi che s’aggirano tra i 20 e i 30 euro e variano in base al tempo. Ma cerchiamo di capire meglio come funzionano questi centri massaggi.

Centri massaggi orientali

A scatenare la fantasia di chi si affida alle piccole mani delle ragazze cinesi ci penseranno l’arredamento e il kit consegnato dentro lo stanzino. Asciugamano, boccetta d’olio e un perizoma monouso che copre ben poco, lasciando spazio anche alla reazione eccitata del cliente e accolta dalle massaggiatrici con un sorriso imbarazzato e un «grazie, grazie molto» d’ordinanza che, in prima battuta, lascia un po’ perplessi. Sempre che non si paghi il supplemento e il massaggio termini con quello che i clienti abituali definiscono «happy ending». Finale felice, cliente soddisfatto. Ma non dappertutto. «Succede qui, esattamente come nei paesi orientali − assicura uno cliente fedelissimo alle sue massaggiatrici −, lo scopo è quello di attrarre e fare eccitare. Se si paga molto o si è clienti abituali, non ci sono problemi. Le ragazze di alcuni centri hanno ordini ben precisi e soprattutto le cinesi sanno come evitare di dare troppo nell’occhio».

Annunci pubblicitari

Per attirare i clienti poco convinti che si tratti di un vero centro massaggi e non di un bordello, c’è persino chi ha stampato sul retro del volantino pubblicitario una lunga e noiosa scheda storica sull’arte della manipolazione orientale. «Ambiente pulito, intimo e assolutamente riservato. Vieni a scoprire gli antichi rituali del massaggio orientale». Chi non disdegna di comprare spazi pubblicitari sui giornali, almeno apparentemente, sembra non avere nulla da nascondere. Solitamente sono i primi a finire nel mirino delle forze dell’ordine che, in qualche modo, riescono sempre a inchiodare anche le maîtresse più consumate. Se queste non si fidano di una faccia nuova è praticamente impossibile ottenere qualcosa in più di un massaggio erotico che, con la scusa dei centri energetici vitali contemplati dalle discipline dell’antico Oriente, finisce con una mano che scivola tra le gambe del cliente e un sorriso ammiccante della ragazza.

Massaggi o altro?

Vi raccontiamo cos’è successo in un centro di massaggi orientali una volta chiusa la porta a soffietto del camerino. Lin, pseudonimo della massaggiatrice di turno, inizia a tirare braccia, dita delle mani e dei piedi, accarezza gambe, schiena e collo. Poi, con un occhio all’orologio a muro, domanda: «Vuoi continua massaggio?». Sono le uniche tre parole, a parte i ringraziamenti, che Lin pronuncia in italiano. Il resto del tempo non farà altro che parlare in cinese con una collega impegnata in un altro stanzino. Passano pochi minuti e, senza una spiegazione, al di là del muro s’accende una lampada rossa. Non si sentirà una parola per mezz’ora. A forza di continuare, la tariffa è passata di colpo a 50 euro. Lin non si spoglia ma cerca di spiegare che ci sarebbe modo di proseguire. Magari un’altra volta, dopo la consegna di una tessera fedeltà e calorosi saluti e abbracci all’uscita. Poi, sussurrato in un orecchio, il consiglio di consultare la stessa pagina di annunci in cui era presente la pubblicità del loro centro di massaggi orientali. «Tu cerca, lì trova ragazza».

Annunci massaggiatrici

A questo punto torniamo a consultare la pagina degli annunci: «Massaggiatrice giovane, orientale, riservatezza, solo distinti». Un numero di telefono a cui rispondono poche parole: «Sono in via Sansovino», piuttosto che via Orvieto, vie Lemie, piazza Bengasi, corso Peschiera e un po’ in tutta la periferia. Nelle case in genere non c’è che un letto matrimoniale, il profilattico meno caro in commercio, una boccetta di lozione per neonati e un patto. «Non dire a nessuno, vuoi massaggio o altro?». Che sia la prima o la seconda, i primi 30 euro garantiscono comunque che la ragazza resti nuda. Con 50 euro la massaggiatrice diventa prostituta e il finale è scontato. «Sono di Pechino».

Massaggiatrici cinesi

Tutte le massaggiatrici cinesi raccontano storie infarcite di bugie che chissà chi le suggerisce o costringe a raccontare. Storie infarcite di bugie così enormi e talmente assurde da far sorridere. La prima riguarda l’età. «Ho vent’anni» e il corpo le smentisce. La seconda il mestiere. «Io davvero faccio massaggi, 30 euro». Del resto, sul giornale di annunci, era chiaro fin dall’inizio che si trattava di massaggi e non d’altro. A meno che l’ingenuità non valga, almeno, uno sconto sulla tariffa. Spesso alla fine ci si accorda per 40 euro e la seconda bugia viene allo scoperto. In genere queste ragazze di massaggi non ne capiscono davvero nulla. «Non fare rumore quando esci». I vicini di casa, specie gli anziani dei quartieri popolari, sono sospettosi e vedono tutto.