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Nuovi ritrovamenti a Pompei: scoperta la casa "vintage"

Pompei

Duemila anni dopo quel terribile 24 agosto Pompei non finisce di stupire

La terribile eruzione del Vesuvio seppellì Pompei il 24 agosto del 79 d.C. Sterminate le famiglie, strette tra le braccia dei propri cari per un ultimo eterno abbraccio. Lo “Sterminator Vesevo” ha lasciato ai posteri la possibilità di apprezzare e visitare la Città così come si presentava agli antichi abitanti poco prima della catastrofe.

I pompeiani non sapevano che il “monte Vesuvio” fosse un vulcano. Non ci fu scampo quasi per nessuno e della fiorente Pompei rimase solo un manto lavico spesso fino a tre metri che cementificò gli abitanti e distrusse ogni sorta di vita. I calchi di gesso sono la testimonianza sconcertante di come perirono gli abitanti della città. Plinio il Giovane, ospite nella casa di suo zio Plinio il Vecchio, storico, scienziato e comandante della base navale di Miseno, ci ha lasciato un prezioso documento che descrive i giorni dell’eruzione. Tra finti marmi, stucchi e cornici, a distanza di anni nuovi scavi hanno fatto rinvenire la Domus “vintage”.

Nuova scoperta a Pompei

“Un tesoro di dati che ci permette di documentare sia la tragedia dell’eruzione che il disastro degli scavi settecenteschi”, ha commentato il direttore del parco archeologico Osanna.

Grandi pannelli di stucco colorato che imitano i marmi e le pietre più preziose dell’oriente con i loro possenti cinabri, il blu del lapislazzulo, il verde malachite, il nero africano. E ancora, raffinate cornici in stucco e un arredamento che nell’atrio e nelle sale di rappresentanza di antica ispirazione, realizzato seguendo le regole tecnico-artistiche di quello che fu primo stile. A Pompei gli scavi in corso nella Regio V restituiscono reperti suggestivi e inestimabili. Così è possibile ricostruire la storia di quella che dall’Ottocendo era indicata come Casa di Giove.

“Una splendida domus con rarissimi decori vintage”, anticipa all’Ansa il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna. “Una dimora il cui proprietario doveva essere facoltoso e colto, conscio del valore di pitture già allora centenarie, tanto da averle volute mantenere con un rigore significativo nelle stanze più importanti della casa”.

Grandissima è l’importanza dell’ultimo ritrovamento. Si tratta infatti di una rarità per la colonia romana. Al momento sono poche le case con testimonianze ben conservate di quel periodo dell’arte, risalente al II secolo a.C. E’ un miracolo di conservazione, a dispetto del massacro perpetrato dagli scavi selvaggi fatti nel Settecento. “Andavano giù a pozzo e poi si irradiavano in cunicoli, sfracellando affreschi, dipinti, decorazioni, per razziare quello che all’epoca sembrava più prezioso”. Così ha spiegato il direttore.

La casa di Nonio Balbo

Nell’atrio immerso tra mille colorato con gli stucchi che occhieggiano ai marmi è visibile anche un misterioso graffito. L’immagine sembra prendere in giro il proprietario chiamandolo “Balbo l’Ateniese”. Il segno è incerto, inciso forse con una pietra. Un graffito selvaggio di storica ed eterna portata.

Osanna ha indicato che questo potrebbe essere lo scherzo di un servitore o di un bambino. Il riferimento però è davvero interessante, perché l’appellativo di Balbus Ateniensis sembra indicare un personaggio all’epoca molto popolare. Si tratterebbe del senatore Marcus Nonius Balbus di Ercolano. Aveva fatto una gran carriera, era stato pretore e proconsole della provincia di Creta e di Cirene (da qui l’appellativo di “Ateniese”), tribuno della plebe nel 32 a.C. e partigiano di Ottaviano, il futuro Augusto.

Potente e ricco, questo Nonius Balbus, era stato anche un mecenate, finanziatore di restauri e di palazzi pubblici a Ercolano. “Insomma un personaggio notissimo e popolare”, ha spiegato Osanna. Quando morì ebbe una grande tomba con un’ara funeraria rivolta verso il mare. Inoltre, gli furono dedicate almeno 10 statue. Il graffito un po’ rudimentale ritrovato nella Domus Vintage potrebbe quindi essere la presa in giro di qualcuno che irrideva la ricchezza e la raffinatezza di quel proprietario, schernendolo personalmente.

Gli ultimi scavi

Affacciata sul Vicolo dei Balconi e costruita fianco a fianco con la Casa delle Nozze d’Argento, la Casa Vintage non è stata comunque l’unica scoperta delle ultime settimane di scavo. In un ambiente vicino, i lavori hanno restituito i resti di una stanza dove sono evidenti su una parete affrescata i segni di un incendio, certamente dovuto all’eruzione.

In un angolo, ci sono i resti carbonizzati di un letto. Sono rinvenuti persino pezzi di stoffa: dettagli delicatissimi. Pochi passi più in là, negli ambienti a nord del giardino, un’altra rarità. Si tratta di un dipinto incorniciato da una sorprendente parete rossa. Rappresenta la scena di un sacrificio rituale fatto nelle vicinanze di un santuario agreste. Un’altra scoperta straordinaria: “È la prima scena figurata di una certa complessità che si ritrova a Pompei”, fanno notare gli archeologi nella loro relazione. Duemila anni dopo quel terribile 24 agosto Pompei non finisce di stupire.

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