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Perché dire no all’olio di palma

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E’ contenuto in moltissimi prodotti e spesso lo mangiamo a nostra insaputa, dato che in etichetta viene indicato in modo generico come “olio vegetale”. L’olio di palma non è affatto innocuo, né per l’ambiente né per la nostra salute. La palma da cui si estrae l’olio è originaria de...

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E’ contenuto in moltissimi prodotti e spesso lo mangiamo a nostra insaputa, dato che in etichetta viene indicato in modo generico come “olio vegetale”. L’olio di palma non è affatto innocuo, né per l’ambiente né per la nostra salute. La palma da cui si estrae l’olio è originaria dell’Africa occidentale, ma le multinazionali hanno iniziato a coltivarla in modo intensivo in Asia, soprattutto in Malesia e Indonesia, distruggendo così la foresta tropicale, la fauna e l’habitat delle popolazioni. L’olio di palma è un grasso vegetale, eppure è costituito per il circa il 50% da grassi saturi, come quelli di origine animale, che sono i più dannosi per la salute.

Se viene consumato occasionalmente, l’olio di palma non rappresenta un problema per la salute. Le cose cambiano, però, quando viene consumato regolarmente, più volte al giorno: in questo caso la salute di cuore e arterie è messa a rischio. L’olio di palma si trova in molti prodotti da forno, come biscotti, merendine, cereali da colazione, ma anche negli snack dolci, nei cracker e in alcuni tipi di pane industriale. Senza considerare che potrebbe essere nascosto anche in alimenti improbabili come il gelato confezionato. Da dicembre 2014, però, l’olio di palma dovrà essere esplicitamente indicato tra gli ingredienti del prodotto, lo ha previsto la normativa europea.