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Calcio: allenamenti sospesi? La Lazio non ci sta e gioca a Formello

Il tecnico della Lazio, Simone Inzaghi

La Lazio non accetta gli allenamenti di calcio sospesi e organizza una partita di nascosto. Per la società, le norme sono state rispettate.

La Lazio non ci sta agli allenamenti di calcio sospesi dal Comitato tecnico scientifico. E così decide di giocare prima della ripresa, fissata al 18 maggio prossimo. È quanto riportano gli spettatori di una partitella disputata da alcuni atleti della squadra biancoceleste nel campo vicino Formello.

Gli allenamenti “clandestini” a Formello

Stando a quanto emerge, la partita fra sei calciatori è stata parte di un allenamento specifico, caratterizzato da sessioni intensive della durata di cinque minuti ciascuno. Per ottemperare alle norme di distanziamento sociale imposte, la sessione di allenamento è stata divisa in due turni fra la mattina e il pomeriggio. Il timone dell’allenamento mattutino è nelle mani di Simone Inzaghi, il volto coperto dalla mascherina. Al pomeriggio, altro turno altri giocatori. Dal canto suo, la Lazio assicura il rispetto delle norme vigenti: nella prima fase, lo stretching si fa a una distanza di sicurezza gli uni dagli altri. Favorevole a una veloce ripresa anche l’ex bandiera della Lazio, Paolo Di Canio: “Calciatori a rischio depressione” aveva detto.

La Lazio: i dubbi sugli allenamenti di calcio sospesi

Nessun commento finora sulla partita che rompe, nei fatti, il divieto del Comitato tecnico-scientifico alla Federcalcio. Per la società biancoceleste, ci sono le condizioni per garantire la massima sicurezza degli atleti. Il direttore sanitario della Lazio, Ivo Pulcini, ha assicurato la sanificazione dell’intero centro sportivo: “Ai calciatori vengono rilevati tutti i dati: temperatura, frequenza cardiaca, ossimetria. Se superano il cancello non significa che sono sani, ma che sono perfetti“.

Poi ha attaccato il parere del Comitato tecnico-scientifico: “È ridicolo quanto sostiene il Cts. Se io ho un positivo e lo metto in isolamento, faccio test agli altri e sono tutti negativi, devo considerarli ammalati quando sono sani? Ma siamo matti? Chi lo stabilisce questo? Queste persone sanno quale è il compito del medico?” Critiche al parere tecnico-scientifico anche da parte del mondo della medicina. Secondo Enrico Castellacci, presidente dell’Associazione italiana Medici del Calcio, è mancato il tavolo di confronto.