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Coronavirus, perché si parla del 31 luglio nel nuovo decreto?

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Nella bozza del nuovo decreto di Giuseppe Conte per il coronavirus si parla del 31 luglio, ma che significato ha questa data?

Perchè si parla del 31 luglio nella bozza del nuovo decreto per fronteggiare l’emergenza coronavirus? Negli ultimi documenti che, secondo indiscrezioni, Giuseppe Conte vorrebbe far approvare durante il Cdm del 24 marzo, questa sarebbe indicata come data di scadenza delle restrizioni. Polemiche e paura per tutte le attività e per gli italiani in quarantena.

Coronavirus e nuovo decreto, perchè il 31 luglio?

L’Italia è in stato d’emergenza, e questo è noto a tutti, ma perchè da Palazzo Chigi arriva la data del 31 luglio come la “fine dell’incubo”? Molti italiani si interrogano sul da farsi, su questa incessante quarantena, che sarebbe dovuta terminare il 3 aprile, ed ora arriva una nuova data, quella che sembra troppo lontana: 31 luglio, in piena estate.

In realtà, il 31 luglio è una data “formale” che rappresenta una data di scadenza per “lo stato di emergenza di sei mesi”.

Nuovi provvedimenti in arrivo

Nell’ultimo decreto, che ha come obbiettivo inasprire le sanzioni ed uniformare le regole, è specificato che le misure sono “modificabili e reiterabili fino al 31 luglio”. Vale a dire che, lo stato di emergenza è fissato fino alla fine di luglio e le misure restrittive possono essere prolungate fino a quella data. Questo ha scatenato le polemiche di molti, anche a causa delle limitazioni che ogni giorno aumentano e per coloro che non vogliono più rimanere nelle loro case e si danno all’acquisto di alcolici.

In tutti gli atti ufficiali viene indicato uno stato d’emergenza di sei mesi e, quindi, quella data coincide alla fine del periodo. Se la situazione dovesse mutare, potrebbe essere emanato un Dpcm per rimodulare le misure straordinarie previste. Quest’ultime vengono effettuate a seguito di accurate valutazioni del comitato tecnico scientifico e del consiglio dei ministri.