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Coronavirus, noi italiani siamo meglio di quanto pensassimo

Bandiera italia Coronavirus

L'emergenza Coronavirus sta dimostrando, soprattutto a noi stessi, che noi italiani siamo meglio di quanto pensassimo.

Ci ho pensato mentre – quasi invano – cercavo di guardare dalla finestra uno dei tanti flash mob contro il Coronavirus: quest’emergenza sta dimostrando, soprattutto a noi stessi, che noi italiani siamo meglio di quanto pensassimo.

Sono meglio di quanto pensassimo i nostri medici, che da settimane stanno lavorando ininterrottamente per cercare di salvare quante più vite umane e di cui, fino a qualche giorno fa, ci lamentavamo per i tempi di attesa per una visita, perché cercavano di dirottarci verso le cliniche private con cui collaborano o di riceverci nei loro studi privati. Ci lamentavamo di una Sanità fatta di baroni e professoroni e abbiamo riscoperto una Sanità fatta di persone ancora fedeli al giuramento di Ippocrate.

Sono meglio di quanto pensassimo i nostri poliziotti che, quando li chiamiamo ci sembra non rispondano mai e siamo convinti di vedere le loro volanti sempre ferme fuori a qualche bar, e invece in questi giorni stanno rimandando a casa qualche stronzo che ancora non ha capito che circolare non è un rischio solo per se stessi ma soprattutto per gli altri e qualche anziano che, per troppa solitudine, ancora si va a sedere sulla sua panchina in piazza.

Sono meglio di quanto pensassimo i nostri docenti, di ogni ordine e grado, che pur di continuare a trasmettere ai loro studenti un po’ del loro sapere si stanno scervellando, seppur non sempre giovanissimi, con tecnologie che gli permettono di fare lezioni e perfino sedute di laurea da remoto.

Sono meglio, meno inconcludenti e strafottenti, di quanto si dicesse in giro i nostri giovani, che si stanno rendendo disponibili – a titolo gratuito – ad andare a fare la spesa, a portare fuori il cane per gli anziani del palazzo, per evitare di far uscire loro che sono più a rischio.

Ragazze si offrono di fare la spesa

Sono meglio i commessi dei supermercati, che spesso ci sembrano scortesi e maleducati e ora continuano ad andare a lavorare per garantire a tutti l’accesso ai generi di prima necessità e con diligenza si stanno preoccupando di far rispettare le distanze all’interno dei negozi. Sono meglio i tabaccai, che stanno evitando ai fumatori di impazzire. Gli autisti dei mezzi pubblici che, rischiando, permettono a coloro che sono costretti ad andare a lavorare di farlo, così come i camionisti che continuano a viaggiare pur di garantire la circolazione dei beni di prima necessità. È meglio quel macellaio che ha scritto in un gruppo Facebook di quartiere che farà personalmente le consegne a domicilio, per evitare alle persone di dover uscire da casa.

Fila al supermercato

Siamo meglio perfino noi giornalisti, sempre accusati di rincorrere quel click necessario per farci continuare a fare il nostro lavoro e che forse (ammettiamolo) lo stiamo facendo anche ora, ma intanto stiamo lavorando da settimane, giorno e notte, per dare ai nostri lettori tutte le notizie di cui necessitano per essere messi in guardia, rassicurati, informati, coinvolti. E che sui social ci prendiamo gli insulti, frutto della vostra paura, ma non per questo smettiamo poi di scrivere quelle notizie che voi poi leggete.

Sono meglio addirittura i nostri politici, corrotti, ladri, incapaci, attaccati alla poltrona ma che ora stanno gestendo un’emergenza unica e inaspettata come meglio possono. Probabilmente avrebbero potuto farlo diversamente, con maggiore tempestività e minore intercettezza, ma la verità è che nessuno (a parte i cinesi che già ci sono passati e infatti sono venuti ad aiutarci) può sapere come si gestisce questa situazione. Perfino quell’uomo piccolo piccolo, che è diventato Presidente del Consiglio quasi per caso e pur di continuare a farlo ha lasciato donne e bambini in mare, salvo poi dire che era sbagliato quando è cambiato lo scenario politico, ora sembra un gigante di fronte a questa emergenza. Ma d’altronde, forse, neanche Winston Churchill sarebbe diventato l’esempio di Statista che è oggi, se non si fosse trovato a gestire la seconda guerra mondiale.

Coronavirus Giuseppe Conte

Sono meglio i cittadini italiani e gli immigrati in Italia, quelli che se possono stanno chiusi in casa, e che dai loro balconi cantano, suonano e sbattono le pentole per farsi compagnia, per darsi coraggio, per riscoprire di essere italiani e che noi italiani siamo meglio di quello che noi stessi, troppo spesso, pensiamo.